Non pioverà sul suolo attraversato
dai passi silenziosi ma decisi
di chi portò un po’ di primavera,
di mar le gocce d’una bella estate
e dell’autunno gialli da impazzire,
a Greta, una fata quasi strega.

Per il prossimo inverno, disse Greta,
io voglio il meglio per il mio Natale,
le luci dove la ragion si perde
e neve e neve dentro ceste rosse.

Ma caldo, in fretta, quel dicembre giunse
e nessun bianco colorò la festa.

Il nostro amico Nico non si mosse,
rimase a valle a guardar gli abeti
e vispi passeri far salti sulle antenne.
Pensò a Greta senza alcun rancore,
al “voglio il meglio per il mio Natale”,
al quanto bello se avesse detto “nostro.”

Non pioverà su quel suo sentiero.
Il fango e l’acqua, la nebbia e la neve
si tengono a distanza con rispetto
per non coprire orme di bontà esistita.

Il sole, certo, seccherà la terra,
nel tempo lui asciugherà i segni
ma alla fine tutto riemergerà
come ogni vita che al meglio è spesa.
Profilo Autore: Aurelio Zucchi*   Sostenitore del Club Poetico dal 04-03-2020

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