Chissà se saprò come accarezzarti
quando, in un bagno d’albe scroscianti,
indietro nel tempo saranno tornati i tuoi occhi
e la fronte, la nuca e i capelli,
e le guance, il naso e le orecchie,
e le labbra, il collo ed il petto,
e i gomiti, le mani e le dita,
e i piedi, i ginocchi e le gambe
e il ventre e gli attigui confini,
e le spalle, la schiena e i segreti...

Chissà se saprò come accarezzarti
quando, in un bagno d’albe scroscianti,
indietro saranno i nostri anni tornati
in quel pieno dei giorni
in cui tutto e il contrario di tutto accadeva.

Ricordi, amore mio?
Il mare innamorava la terra
e la terra si lasciava toccare.
Il sole corteggiava la luna
e la luna in anticipo sorgeva.
Le stelle perdonavano i danni
di nuvole che si intromettevano
e le nuvole poi diventavano cipria.

Ecco perché devi ascoltarmi.
Le rughe irritanti che ora vediamo
somigliano un po’ a quelle nuvole.

Noi vinceremo il tempo!
Lo spezzetteremo a tal punto
da farlo entrare nel collo della sua clessidra
e la piomberemo, quella clessidra,
prima ancora d’averla rovesciata.

Chissà se saprò come accarezzarti
sotto il bagno di quelle albe scroscianti.
Chissà se saprai come accarezzarmi...
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Profilo Autore: Aurelio Zucchi*   Sostenitore del Club Poetico dal 04-03-2020

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