Eri un tramonto inscatolato
in vocaboli appassiti,
uno spartito di mare
intinto in un solstizio
ed un dividendo di baci
colorava gli sguardi tuoi,
ed un parcheggio di attimi
gli ultimi ritratti tuoi.
Sui quaderni del petto
inimicai il mio tempo,
la rosa tesse il suo profumo
come autografi alla luna,
ricomincio ad annodar
il crine dei tuoi battiti,
t’abbraccio,
vicolo d’anima infinito.