Mi rivolgo a te che sai
navigar cercando fantasie
non venire a stuprar le mie
senza esser invitato.
Coltivo passioni
ove sbocciano armonie
con certezza ho appurato
la tua carente vena
nell'esser fecondo.
A sopperir tal guisa
giri sempre in tondo
a raccattar d'altrui rigo.
Nutro soltanto pena
per te che sfogli il mio quaderno
con sollecita lena.
Non vorrai il tuo giogo
far durar in eterno,
la manina mettila a riposo
ci sono mille spine
nel mio piccolo giardino
nonostante cerchi d'estirparle
sviluppano rigogliose
nell'angolo delle more
proprio laddove
non crescono mai rose.
Riattivando il cervello,
qualche neurone risveglierai a ritroso
potrai riscrivere di questo e quello
che ti pare ma...
sarà frutto del tuo arrovello.
Sapessi quanto è bello
aver cura del proprio orticello
senza altrui calpestio
innaffiato solo ...
Dal proprio rio.