Lustri come castagne
sono i mobili di casa
bacchine rosse
i cuscini
con i quattro liuti del vento
a trafiggere la matassa della lana
portento dell'amarezza mi dici?
No, malcontento cratere vuoto di una pipa
le galline hanno sporcato sotto il portico,
non vedo quasi nulla ormai -
odore d'un vino andato
il muro trasuda apposta
per farsi almeno accarezzare.
carezze perdute nei dì ormai distanti,
arsi dal fuoco ormai sopito.
Cenere fredda al calore del tatto,
assenza pesante che muta presente.
Persa, alla ricerca d’antiche carezze,
soffro alle lame aguzze e ferite profonde.
Perduto il sogno e la speranza, vivo
nel ricordo di quel che fu effimero
incanto.
Cessano al rassegnato presente
i tumultuosi battiti d'un amore morente.
Questo riserva un destino avverso!
Ahimè, l’amore è passione e nel dolore trova l'ardore,
in carezze agognate e tanto bramate!
i ruvidi sentieri
della spocchiosa
tua arroganza
di maschio
che deve fingere
durezza.
.
Mentre l'anima
tua si ribella
sciogliendo nodi
di tenerezza
nelle lacrime
che bagnano la mia
carezza.
Sono le carezze
che sfiorano le labbra
quelle che lusingano l'animo mio
e mi abbracciano dolcemente
fino a portarmi alla follia.
Ed è incredibile
come ogni tua carezza
mi renda schiavo
prigioniero dell'ebrezza
e di ogni tuo dimenticato dire
che scivola fulmineo come sabbia
nella crudele clessidra.
Il cadere m'è dolce
tra l'essenza delle tue mani
mani capaci
di cancellare la sofferenza
e rimodulare il vento
lasciandomi poi anacoreta
e come compagna solo una carezza.
s'eleva leggero, lentamente
quel pensiero di te
che sconfinfera la ragione
quel dolce tormento
trapuntato di sensazioni
che espande un delicato sfarfallio
giù nello stomaco
e proietta luccichii di costellazioni
negli occhi
Anelita improvvisa e invadente
quella magia avvolgente
nella carezza leggera
come sfiorarsi
delle labbra timide
nell'eterno istante
di sentirsi così vicini
la prima volta
e folle il cuore pullula
di lampare d'emozioni
a far ansimare il respiro
Tremano
le mani
la voce
l'anima
come al vento tiepido
le foglie d'un albero
alla carezza d'amore
la prima volta
quotidiane con i tuoi simili,
dai tuoi ludici intrattenimenti,
sempre la sera aspetti le mie carezze,
reduce anch'io da impegni e svaghi.
Con la coda dell'occhio
sbirci le mie mosse
mentre le mie mani arruffano
il tuo pelo morbido.
Allora capisco con quella carezza che
nessuno è più umano di te
che sei solo il mio cane.
Accarezzandoti riscopro un'antica alleanza,
un patto d'acciaio tra la mia e la tua specie,
un inno alla tenerezza della storia
schermata dagli innumerevoli soprusi
dei cosidetti umani sugli umani,
sugli animali, sulla natura.
Scompigliandoti dal dorso al garrese,
seguendo le linee tenere
della tua vispa testolina,
ritrovo il mio lato più intuitivo e
ripudio quello bestiale.
Ravviso quasi il sentore mistico
di chi attende la luna,
ancora drappeggiata dalle nubi,
con tutte le più belle ragioni,
quelle del cuore.
Una brezza leggera,
un vento caldo
mi ha sfiorato l'anima..
un fremito
e per un istante
ho sentito la tua mano
sul mio viso:
una carezza sussurrata,
un ti voglio bene,
Per un attimo
solo per un attimo
una gioia immensa,
la tua mano sul mio viso
un ti voglio bene..
e poi..
mi son svegliata..
un sogno..
io la carezza
il ti voglio bene
non l'ho mai sentito.
Do una carezza alla mia nipotina
Dolcemente come disse Papa Giovanni
Dal pulpito papale
tanto tempo fa,
lo faccio con amore e tenerezza
sfiorando il visino di velluto,
c’ è amore e solo amore
come al fiore splende il sole,
una lacrima che scende
piano piano sul mio viso
mi ricorda dei miei nonni
che non ho mai conosciuto
e carezze così dolci
che non ho avuto mai.
Velate trasparenze
intravedi
tra specchi appannati
In ogni crepa filtri
a illuminare giorni
di un tempo che sta appeso
trasparenze
dei giorni andati resta
Nel fondo il ricordo
di una carezza,
tu nella mia pelle.
è caduta copiosa,
ha ingrossato i fiumi che,
tracimando,
il territorio han devastato,
la gente han depredato
di quel poco che aveva!
Distruzione e morte,
pianto e miseria,
la pioggia ha seminato!
Sul viso della gente,
sgomenta,
ha inferto schiaffi violenti!
Passata l'ondata di piena,
il cielo è tornato sereno,
l'aria s'è fatta più tépida!
Ogni tanto torna la pioggia,
ma non fa più paura!
Goccioline leggere accarezzano
il viso dell'umana natura,
quasi a chieder perdono
del passato flagello .
Alla guancia una carezza,
come pon-pon di mimosa,
risveglia dal sonno
per ricordar ad ognuno
l'arrivo della prima, vera
stagione!!!