Foreste cristallizzate,
intrappolate in bianchi silenzi
nella urla del vento,
lacerano rami spogli rivolti al cielo.
Occhi di lupa
si specchiano nella luna,
si specchiano nella luna,
a spiare l’ombra dell’uomo che la mira,
con passi inghiottiti dalla neve, la segue.
Così comincia la danza,
senza musica.
senza musica.
Solo orme e dubbio,
solo agguati e attese si inseguono
in poco cielo, in poco corso.
Nello scontro finale,
istinto e ragione
ragione e istinto
catturano l’attimo, l’eternità
nello sguardo della lupa e dell’uomo.
Identico colore l’investe ora.
D’argento è la luce della luna.
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