Infatti vediamo che succede - a volere
un'altra poesia che concluda il cielo
potrei ricopiare quella dove una nuvola
sembrava un narvàlo puntato su Cuba
o quella dove appare una padella di alluminio
con l'anello che chiocca freddo sul manico nero.
Ma guarda che farfalla amorfa.
Galaverna di campagna
e la campana a morto:
resusciterà in sagrestia un curato dal nome triste
che dava l'olio santo
una festa sì
e una festa no.
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Mi chiederanno senz'altro: "Ti vuoi far ungere?"...Io, credente libera, ho detto libera, cioè non secondo i canoni delle religioni, come sempre sorriderò...e dirò: "Grazie, ma io l'olio lo prendo solo a tavola!"...Poi, però, penserò anche con tristezza a coloro che muoiono da soli, senza nè oli, nè ccose che, in quel momento, sarebbero tanto più valide, come una presenza umana amorevole...MEN TRE, e questa è la cosa veramente triste, si "unge" QUANDO NON SI STA MORENDO, giusto per...rimediare a quelle assenze nei momenti in cui si muore davvero e DA SOLI!
Nella mia modesta e un po' folle lirica invece è la poesia stessa a non tornare se non in una deserta e sterile solitudine.
Un caro saluto,
Albert.
Albert
G R A Z I E !