...che poi mi riporta conchiglie ascoltate
già prese
cadute
di sabbia asfissiate
Ricordi quei giorni
quei sogni in soffitta
dove tutto guardava
e tutto tesseva?
Ricordi quei passi lontani e in assolo
e fremiti
urla
e tu che ora canti dei versi la morte
la sorte
Ma tu non allarghi più quelle braccia
e le fughe di cotto si perdono a sud
quel punto che a nord cerca virgole e sassi
e le pietre lamentano lava scordata
alla bocca
al margine della decenza
a maiuscole perse in quel letto d'ottobre.
Così, le tue spine
già prese
cadute
di sabbia asfissiate
Ricordi quei giorni
quei sogni in soffitta
dove tutto guardava
e tutto tesseva?
Ricordi quei passi lontani e in assolo
e fremiti
urla
e tu che ora canti dei versi la morte
la sorte
Ma tu non allarghi più quelle braccia
e le fughe di cotto si perdono a sud
quel punto che a nord cerca virgole e sassi
e le pietre lamentano lava scordata
alla bocca
al margine della decenza
a maiuscole perse in quel letto d'ottobre.
Così, le tue spine
Commenti
Meravigliosa anche questa poesia!
Un saluto affettuoso da Ibla.