Oggi ho scritto
la mia prima poesia su commissione.
Me l’ha chiesta, su bolletta della luce,
un pastello marrone.
“Ciao papà mio,
non è che per me puoi fare
una poesia come quelle di Gianni Rodri
che io capisco e non me la devi spiegare?”
Ho scritto Lo stegosauro e gliela ho messa
nel diario, dentro lo zaino sul pavimento.
Se vi andasse di leggerla,
costerebbe del vostro tempo un momento.
Al mio rientro a casa
nel centro del tavolino sulla losa
la diaria del committente
“L’ho capita”, e una caramella gommosa.
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