Amore,
siam battito di rime spezzate
sulle scrivanie d’un concerto lunare,
sensi scuciti in un passeportout di storie,
neve lacrimale d’un vezzo di gerani.
E scrivono il tuo nome nella notte
appunti di stelle al nostro appuntamento,
indizi di cuore abbandonati
nell’eterno abbraccio degli amanti.
Ho il silenzio del tuo mar in tasca
e t’aspetto, come l’onda una conchiglia
assieme al mio romanzo d’anima
e sazierò d’aurore gli occhi tuoi
per cancellar l’ipotenusa labiale
d’un furto d’inutili parole
e tu abitami pure il resto del cuore:
t’amo, matematica del mio dolore.