T’aspetto
seduto sul ciglio di una gronda
e guardo
l’anima mia che scorre
nella pendenza
di un destino che non m’appartiene
E cerco
nell’acqua e nella melma
la ragione eterna
in un filo d'erba
che resiste alle intemperie
per poi cadere e affogare
nel buco del pluviale
T’aspetto
perché non ho altra scelta
e il cinguettio dei passeri
appoggiati sull’antenna
è orchestra
che accompagna il mio silenzio
in un’angoscia lenta
nei vuoti da riempire
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