E il giorno all’inganno cedendo
tra lo zenit e l’azimut senza dio
veste verità illuminate d’ombra
dimentiche di pretesti alla corda
legati agli occhi della notte in lotta.
Sono promesse a foglie d’arcobaleni
allattanti l’anima gemmata di nenia
le rime grasse cosparse d’uomo
lungo lenzuola di costellazioni morenti
violini d’altri tempi vibranti anima
cosmica pretesa d’esser viventi
libertà urlate da giudici indifesi
ad ali di cigno sotto pioggia battente
delirante cielo piagato d’incuria.
Resta calda la voce nel divenire incontro
conforta il pacato essere memoria
aborto gentile nel dolore che annoia
sconfitto tentativo deluso d’alcova
di redimere l’arte ad imbuto di storia.
tra lo zenit e l’azimut senza dio
veste verità illuminate d’ombra
dimentiche di pretesti alla corda
legati agli occhi della notte in lotta.
Sono promesse a foglie d’arcobaleni
allattanti l’anima gemmata di nenia
le rime grasse cosparse d’uomo
lungo lenzuola di costellazioni morenti
violini d’altri tempi vibranti anima
cosmica pretesa d’esser viventi
libertà urlate da giudici indifesi
ad ali di cigno sotto pioggia battente
delirante cielo piagato d’incuria.
Resta calda la voce nel divenire incontro
conforta il pacato essere memoria
aborto gentile nel dolore che annoia
sconfitto tentativo deluso d’alcova
di redimere l’arte ad imbuto di storia.
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