M’aggrappo alla tua onda calda Armonia
a tratti abbandonata all’immagine riflessa
sbiancata dalle latitudini perforanti erose
stravolta talvolta, suicida spesso in multiformi angosce
malinconica scheggia di ghiaccio sulla carne viva.
Stordita alle lusinghe della morente notte
s’avvicina l’alba sistemandosi i capelli
specchio di giorno rovesciato nella dolce morte
di tutte le cose lasciate ad asciugare al tempo e alla sorte.
Persa a riflettere all’amore , stella infranta
e alle mille solitudini d’odio nel crollar consorte
affondo nell’illusione che tutto trama e trema
disposta al muro con l’anima pronta ad esser piuma.
Memoria sua stella con i suoi sì sulla ferita
a rimescolar compiaciuta in putrescenti cadaveri
la dismessa, asfittica dimenticanza della vita
immagini, attimi, epitaffi d’un fiore reciso al cuore .
Lapilli d’anima ricamati ai bordi della notte
disegnano l’ultimo respiro privo della vita
e due ali lasciate galleggiare nella brezza
della mia sola amata superstite poesia.
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Il mio elogio Rosaria.
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