Vi racconto la mia storia
senza lagna e senza boria.
Orfano di padre in adolescenza,
per disgrazia
e di madre, d’esser madre
presto sazia.
Notti senza luna
e giorni di sola bruma.
Dentro certo rabbia
e annientamento, e scorie
ma anche l’anima
di un cantastorie.
Se tenebra per la notte è più opportuna,
è l’ombra dei giorni che li accomuna.
E in un’isola lontana del
cuore, in una landa fuori mano
lo spirito sedulo
dell’artigiano.
E se l’ombra la notte accomuna
al giorno, nel buiore vi è lacuna.
Ecco perché in quelle notti
senza luna
ho il dovere di adottare
le parole una ad una.
Ma per mia fortuna
nei giorni senza stella alcuna,
a quel menestrello armato di piuma
è riuscita di sovente l’impresa
di diradare la bruma.
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