Gonzalo fissa, e immobile
mi tramuta in cibo
ogni mattina, sul davanzale
ha le domande del mondo in regalo
poi sparisce
confonde la luce dell’ombra, le ferite leccate
lo spazio di un cielo usurato
Gonzalo fiero,
con le orecchie tagliate
e una fame striata di grigio,
chiederà senza risposte
ed io sarò di nuovo il suo cibo
Commenti
una certa corrispondenza di ricordi in questa poesia ...un saluto e grazie
e diventa magnetico: credo che se si impara a guardare negli occhi di un gatto, si può risparmiare di terapeuta..
grazie a te Simone, veramente