Betulla era il tuo nome
notte e giorno a stendere le fronde
t’adoperavi.
L’ usignolo sul flebile ramo
la reggia costruiva
per non turbare la quiete tua.
Nella calura estiva
al ritmo del vento danzante
l’ombra spargevi.
Maestosità palesavi
mentre il bimbo gaudente
al sorriso esortavi.
Che resta
delle intarsiate fronde
negli avviluppati rami?
Poco! L’uomo t’ha preso
una mattina di marzo
e con ardore storpio t’ ha reso.
Povera mia voce combattuto ha la guerra!
Dopo essersi annoiato
l'uomo t’ ha lasciato.
Ora la tua forza ammiro
pur nello strazio novella esistenza offri
a ciuffi di foglie dei mutilati ceppi.
notte e giorno a stendere le fronde
t’adoperavi.
L’ usignolo sul flebile ramo
la reggia costruiva
per non turbare la quiete tua.
Nella calura estiva
al ritmo del vento danzante
l’ombra spargevi.
Maestosità palesavi
mentre il bimbo gaudente
al sorriso esortavi.
Che resta
delle intarsiate fronde
negli avviluppati rami?
Poco! L’uomo t’ha preso
una mattina di marzo
e con ardore storpio t’ ha reso.
Povera mia voce combattuto ha la guerra!
Dopo essersi annoiato
l'uomo t’ ha lasciato.
Ora la tua forza ammiro
pur nello strazio novella esistenza offri
a ciuffi di foglie dei mutilati ceppi.
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