Nello stato di me,
quello più scontento
del malessere più inopportuno;
quando mi pareva che il cuore mi scordasse
nei moti di un disgusto primordiale,
per la stanca solitudine.
Quando mi pareva che il cuore si svuotasse,
nel salire forte delle viscere
fino all’amarezza,
e la nausea improvvisa,
senza mai riuscire a tenerla fuori
e la nausea improvvisa,
senza mai riuscire a tenerla fuori
come fosse lebbra antica
che ne dilata l’anima…
…fu ancora la poesia,
roccia e cellula
roccia e cellula
sul marmo della vita e il suo pendìo:
incanto minimale e nuovo esordio.
Magico desìo!

Commenti
LIETA GIORNATA .
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Veramente molto bella Hera!