Un’orchestra di stelle
sciupa il crinale dei silenzi miei,
autografa i tuoi sguardi
con alfabeti d’anima
scivolati sul petto
in un chiaroscuro di battiti.
Rugiada di mare
colleziona i nostri istanti,
distanza ed infinito
ritagliano le rotte
sulle clessidre del pensiero,
papaveri innevati di luce
la dolcezza dei tuoi baci.
Mordo il tuo eco
come equazione lunare,
come gioco d’abitudine,
come unica aurora che conosco
a leggere solitudini
annodate nella memoria.
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