Poi ci sono quei periodi di follie
e monasteri candidi rabberciano luci
su vetrate di spaccati
- arcobaleni -
mai affilati o arrotondati
come i miei pugni
chiusi tra i ricoveri
ed i silenzi incipienti
macchie oscure dei miei ricordi
di morte che sopravviene - improvvisa -
come il biancore del sole
quando lo fissi e t’acceca
Poi la quiete
Ed un senso di glicini
Il profumo di discordanze semplici
e note
di viola e giallo mimosa
Sono io così
Un fiore andato
All’apice del tempo
Ma mai dimenticato
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in un passaggio di versi che si fondono in tempi diversi...
Meravigliosi passaggi di questi versi
che di certo non saranno inascoltati.
Se ancora qualcosa di umano resiste in questo spaccato di esistenza che ora più che mai appare così infeconda .
Un abbraccio Sasha .
Istintivamente ho usato il femminile, spero di non essermi sbagliato.
Cordiali saluti.