Il mondo lo vedo quest’oggi assai stanco
Avvolto e coperto nel suo telo bianco
Che come un sudario gli fascia pietoso
Le piaghe del tempo che va doloroso.
Passato, presente e un incerto futuro
Contendono scettri di giorno insicuro
Di frane, alluvioni, di strazio di pianti,
Di lacrime amare versate da quanti
Non credono più che stagioni d’amore
Albeggino al posto di tanto dolore.
Ed anche i poeti ormai sono stanchi
Non sono felici di stare sui banchi
Di grandi ingiustizie che portano morte
Con donne annientate da menti contorte
O bimbi traditi dai giochi inventati
Dai grandi che sono degli orchi affamati.
Angioletti di culla profumo di fiore
Che vogliono solo e soltanto l’amore
E giocare felici nel tempo fecondo
Che spazio gli da questo povero mondo.
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