Cosa vedo.
Formichine
su e giù dai portici
con un tappo di cristallo come occhio
oppure senza marito
come le oliere spaiate

 una traccia
di rossetto violacciocca
quando riderai, riderò, sui denti.
Dio, che fine macabra,
una canna dell'acqua
azzurro-cielo abbandonata
   e con la testa di serpente.  



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Profilo Autore: Alberto Automa  

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Commenti  

Ambra PILTI
+2 # Ambra PILTI 04-05-2013 14:41
BELLISSIMA...un quadro perfetto!
Cristina Biga
+1 # Cristina Biga 04-05-2013 20:54
Sei un genio nel trovare metafore immagini che portano in vari mondi della mente .... bellissima poesia un abbraccio caro Alberto .... :-)

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