File di pioppi come scheletri
nebbia sospesa tra terra e cielo
tappeto di foglie prive di vita
case avvolte da solitudine
La malinconia mi trafigge
i miei pensieri si fermano
mi lasciano, oltrepassano i vetri
si fondono con la nebbia
Viaggiano nel tempo
tornano trasformati
un orco mi assale
lo riconosco, non lo abbatto
Lo sopporto, lo confondo,
raccolgo briciole di anima
ripartono i miei pensieri
Sono ancora viva
Pochi attimi
trascorsi insieme,
non ricordo il tocco della tua mano,
troppa emozione!
Un sogno averti incontrato,
pochi attimi di gioia,
grandi sguardi,
mi sentivo spogliata,
toccata, amata.
Raccoglierò di te il tuo sorriso,
la tua voce,
li terrò stretti al cuore,
raccoglierò il tuo respiro,
lo unirò al mio
e insieme
andremo a navigare
in quel mare
che mi fa tanto sognare.
rosy d'agostino scritta il 08.11-2012ore 18.15
Barlume frusciante rispecchia il tuo essere
complici e artefici quelle note
fatte di violini e di corde musicali.
Si son perse nel tempo di un giorno
le rivolte emozionali in tumulti e combattimenti lasciati
per poi riprendere da capo.
Quel capo struggente, che pulsa e martella
cercando di incatenare, di metter catene.
Il tempo sfugge per ritrovarsi nel buio delle ore
gemiti e desideri si mescolano alle rivolte
per poi dare pace.
Quella pace che alleggerisce il corpo e la mente
s’intreccia e si struscia perdendosi nell’altro.
Quell’altro amato, che non è fatto solo di carne
fatto si di un miscuglio pieno
di un essere nobile.
Scivola adagiandosi nel ventre emozionale
scorre e percorre turbando la quiete
incalza … ma non ferisce.
Sorriso amorevole e carezzevole
sprigiona quell’odore speciale
che diventa palpabile.
Sfioramenti e baci
carezze e sussurri
per poi addormentarsi, così
naturalmente abbracciati.
b
Vago per le strade dell’utopia
circondata dal niente
ribellarsi non serve
amplificherebbe il vuoto
Salgo le scale del tormento
con le unghie affilate
graffio la vita
scorre sangue colorato di nero
Sulla cima cerco speranze di vetro
arrivano i sogni assassini
le coltellate non mi uccidono
i pochi pensieri rimasti mi proteggono
Mi lancio nel vuoto
sirene di Odissea memoria mi afferrano
e mi accompagnano al suolo impietosite
dal mio tormento
Allora mi inginocchio e prego
ad un Dio a cui non credo
scende il miracolo dell’alba…
Riesco a sopravvivere in questa follia quotidiana.
Scende la notte
sale il dolore
ansimante chiedo pietà
inseguo ricordi ormai sopiti
bramo emozioni dissolte
pensieri sbiaditi dall’incalzare del tempo
Vento gelido tra le pareti della nostra casa
rituali che inquinano la mia anima
i tuoi silenzi cancrena per il mio cuore
i tuoi sguardi oltre la mia assenza
Scende l’oblio
mentre piango il cadavere del nostro amore
sepolto in giardino.
Una vecchia emozione disgustosa
il cuore assilla
la sindrome dell'abbandono,
elaborare un lutto psicologico
Sono foglia morta
abbandonata dall'albero madre
un giornale sgualcito
usato e riusato, dormiente in eterno
tra la spazzatura
Afflitta mi rendo conto
che ripetutamente mi hai lasciata sola
quando della tua mano
vivevo la necessità
Incredula mi ritrovo or ora
a cercare quella mano
ma è andata via nuovamente
è mutata in una voce al telefono
lontana metallica
sputa cavilli, si arrampica su specchi scivolosi
per addolcire una pillola amara ….
Non sono più bambina, sono donna … donna
che racchiude in avverso pensiero
il desiderio di esserlo ancora
... E ingoiamo l'ennesima pillola amara
che sotto l'albero di Natale
come dono hai posato,
sola non sono ora
nemmeno capisco perchè devo soffrire,
tanto amore a me aleggia intorno
ma una mamma non dovrebbe mai
smettere di essere tale ….
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"VOGLIO TORNARE BAMBINA PERCHE' LE GINOCCHIA SBUCCIATE
FANNO MENO MA LE DEI CUORI INFRANTI"
JIM MORRISON
Si dice che:
"I legami più profondi non sono fatti
né di corde, né di nodi,
eppure nessuno li scioglie"(Lao Tze)
Eppure quante volte si è tentato di farlo
innumerevoli volte, faticando faticando
Le unghie si spezzano e saltano
Dolore lancinante dalla carne al cuore
Lo stomaco si contorce in un rigurgito
fatto solo di rabbia e impotenza
condito il tutto con lacrime salate
E stiamo li, ancora imperterriti
a cercar di spezzare qualcosa
che, non si può spezzare
E così finimmo abbattuti
e sconfitti in una guerra
che in verità non si voleva
ma voleva solo apparir che fosse
Stupidità umana, macchiata
dall’arroganza e dal lamento
come una nenia ripetuta miliardi di volte
per poi, ritrovarsi senza più nessun ascoltatore
Neppur le tue orecchie ti vogliono sentire.
sentimenti, ti prego vienimi a trovare.
Sorprendimi in qualsiasi momento,
lasciami solo il tempo di assaporare il tuo arrivo .
Inonda il bicchiere ormai inaridito e lascialo esondare:
fa' che io senta, fa' che io veda.
Se non puoi raggiungere il mio cuore,
lascia il tuo alveo sicuro e sommergi l’animo degli uomini:
fa' che sentano , fa' che vedano.
Ho nostalgia del mio paesello
adagiato tra le verdi colline
dove nell'aria vive il profumo del buon vino
il sapore delle nocciole
Dove il sole è cordiale
non brucia la pelle ma l'affresca
di un colore d'ambra,
sempre soffia un brezza leggera
che rinfresca i pensieri
regala leggerezza ….
Ora che l'autunno è arrivato
i colli si vestono di rosso sanguigno
di un giallo dorato che eguali non ha,
il tramonto inonda l'intorno di magica luce
per mano ti conduce alla notte
che di riposo ristora
L'alba timida appare sorridente
come una bambina gioca
baciandoti il viso, irrorandoti di vita
ed una preghiera nasce spontanea dal cuore
Ho nostalgia del mio paesello
li nacque il nostro amore
giocando, rincorrendoci nei verdi prati
di un giugno ormai lontano,
i nostri pargoli sento ancora
nella memoria, ridere sereni
e ricordo i pianti per le sbucciature
delle prime cadute
baciavo le piccole ferite e per magia
tornava il sorriso sui loro volti paffuti ….
Ora tutto è finito, mutato troppo in fretta
la vita ci ha portato altrove
nei fumi velenosi della città
dove il sole è velato e la luna è triste,
la vecchia casa adagiata è sempre la tra le colline
talvolta si va a fare una visita
come ad un'anziana mamma
e nel ripartire sempre …. piango
QUESTO PAESELLO SI CHIAMA ROCCHETTA BELBO
E' A 10 MINUSTI DA SANTO STEFANO BELBO, PAESE
NATIO DEL GRANDE CESARE PAVESE .... E' NELLE
COLLINE DELLE LANGHE PIEMONTESI ....
se il troppo è tanto
s'incontrano in un abbraccio
Rapaci le bocche
mentre la carne brucia
e profuma di passione
Quella passione nuova, sconosciuta
che esalta i sensi, li prende tra le mani
e li lancia nell’universo
Tra le bocche gridolini di piacere
mescolati a quell’umido piacere
è complice la mente così, libra e vola
Ogni passo è spontaneo
è quella fame e quella sete
che ora....potrà saziarsi.
In navigazione
verso lontane periferie
mi pregio di non aver mai perso
un’insenatura che valesse la pena
dell’approdo.
Con i sensi pronti
per le mie sudate battaglie
con allettanti sirene,
so di aver perso spesso
e vinto raramente,
ma non so cosa sia
l’indifferenza…
né il compiangersi
per amorose ferite
L’ultima notte
che ne ho inseguita una,
la luna brillava sulle onde
e, sulla costa,
si sono accesi fuochi,
allarmi, richiami, voci, suoni,
le barche in secca hanno preso il mare.
La terra,
che sembrava dormisse
in un antico sonno centenario,
all’improvviso riprendeva vita.
Era stata avvistata una sirena,
forse la regina, comunque la più bella:
un sogno che si fa una volta sola,
poi diviene finalmente comunione,
se della notte,
e del mare che ribolle e grida,
non si ha paura.
tu eri notte e mare grosso e luna
e lo sei tuttora.