Buongiorno calabrone
nerissimo e sfuggente
che vibri fra i germogli
del mio tiepido cortile;
il gatto che ti fissa
non riesce a ricordare
il tempo che ti ha visto
volare come adesso.
Ov’eri quando inverno
tristissimo e potente
chiudeva con le nubi
i monti e le campagne,
o quando della  pioggia
irascibile o serena
le strade impaurite
accettavano le gocce?
Ov’eri calabrone
il giorno che son nato,
e dimmi:
ove sarai
nel giorno della morte.
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Profilo Autore: nabrunindu  

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