Il mio amico piangeva e si disperava, fra un bicchiere di vino rosso e un’anisetta pescata chissà dove, piangeva e fra le lacrime amare chiamava ad alta voce il nome di Rita, lo ripeteva all’infinito in mezzo a tutti gli amici che cercavamo di consolarlo, di capirlo, di accompagnarlo nella sua disperazione, lo tenevamo in piedi prendendolo per le braccia, gli parlavamo della vita, di Dio, della speranza, delle donne che sono fatte così, belle quanto vuoi ma misteriose, irraggiungibili, lontane da quella nostra età acerba disillusa, piena di progetti e di voglie inespresse, anche di pianti e di languori improvvisi e taglienti che spezzavano i nostri verdi rami della crescita.
Non c’era niente da fare! I 45 giri suonavano le canzoni di Drupi, Vado Via, e poi l’Equipe 84, i Rokes, i Nomadi, per non parlare di Dino, Te lo leggo negli occhi, di Fausto Tozzi, I tuoi occhi verdi, etc.. etc..i New Dada, i Corvi, Sono un ragazzo di strada; e noi stessi suonavamo quelle canzoni, facili con due tre accordi si faceva la serata, ma lui no, era innamorato perso e deluso, singhiozzava e ripeteva quel nome, Rita, come se fosse l’ultimo nome sulla faccia della terra.
La serata finì, come tante altre, andammo al letto per il meritato riposo, ma il giorno dopo puntuali stavamo insieme, come se non ci fossimo mai lasciati.
Ciao, ebbè tutto bene, bella sbronza ieri notte, ma per fortuna è andato tutto bene, sai Giusè, dico al mio amico innamorato la sera prima di Rita, che bello essere innamorati, piangere, stare con gli amici stare con tutto il mondo intero, perché stai bene con te stesso, e poi, aggiungo avventurosamente, e poi guarda, quando sei innamorato e vedi tutto rose e fiori, e vedi il mondo capovolto dalla parte giusta stai bene, e staresti meglio se LEI ti dice di SI e ti vuole anche lei, te l’immagini che sogno realizzato sarebbe?
Come se gli avessi detto dell’arrivo di un ciclone tropicale, di un imminente terremoto o di qualche deflagrazione improvvisa ed inaspettata: “ NOOOOO, mi dice guardandomi negli occhi come Lucifero guarda gli angeli del Paradiso,”Noooo, allora no”!!!. Come, gli dico io, perché no? “Perchè quando lei ti vuole, mi risponde accecato dall’ira funesta, e accetta di stare con te finisce tutto, finisce la poesia dei pianti, finisce il tormento della delusione, finisce quella sottile malinconia che ti fa vivere, finisce il gusto di desiderarla, finisce la gioventù, perché diventerebbe tutto troppo normale, troppo quotidiano, troppo uguale e simile a tutti”. Sono passati milioni di anni da quel giorno, il mio amico aveva ragione. !
Non c’era niente da fare! I 45 giri suonavano le canzoni di Drupi, Vado Via, e poi l’Equipe 84, i Rokes, i Nomadi, per non parlare di Dino, Te lo leggo negli occhi, di Fausto Tozzi, I tuoi occhi verdi, etc.. etc..i New Dada, i Corvi, Sono un ragazzo di strada; e noi stessi suonavamo quelle canzoni, facili con due tre accordi si faceva la serata, ma lui no, era innamorato perso e deluso, singhiozzava e ripeteva quel nome, Rita, come se fosse l’ultimo nome sulla faccia della terra.
La serata finì, come tante altre, andammo al letto per il meritato riposo, ma il giorno dopo puntuali stavamo insieme, come se non ci fossimo mai lasciati.
Ciao, ebbè tutto bene, bella sbronza ieri notte, ma per fortuna è andato tutto bene, sai Giusè, dico al mio amico innamorato la sera prima di Rita, che bello essere innamorati, piangere, stare con gli amici stare con tutto il mondo intero, perché stai bene con te stesso, e poi, aggiungo avventurosamente, e poi guarda, quando sei innamorato e vedi tutto rose e fiori, e vedi il mondo capovolto dalla parte giusta stai bene, e staresti meglio se LEI ti dice di SI e ti vuole anche lei, te l’immagini che sogno realizzato sarebbe?
Come se gli avessi detto dell’arrivo di un ciclone tropicale, di un imminente terremoto o di qualche deflagrazione improvvisa ed inaspettata: “ NOOOOO, mi dice guardandomi negli occhi come Lucifero guarda gli angeli del Paradiso,”Noooo, allora no”!!!. Come, gli dico io, perché no? “Perchè quando lei ti vuole, mi risponde accecato dall’ira funesta, e accetta di stare con te finisce tutto, finisce la poesia dei pianti, finisce il tormento della delusione, finisce quella sottile malinconia che ti fa vivere, finisce il gusto di desiderarla, finisce la gioventù, perché diventerebbe tutto troppo normale, troppo quotidiano, troppo uguale e simile a tutti”. Sono passati milioni di anni da quel giorno, il mio amico aveva ragione. !
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