Si potrebbe cominciare dall’inizio, da un giorno di maggio di tanti anni fa.
La giornata era splendida ed il sole scaldava più del solito, quel giorno i ragazzi giocavano, correvano scherzavano in tutto lo splendore della loro gioventù.
Una ragazzina pedalava incerta appena in equilibrio sulle due ruote e cercava di andare avanti fermandosi ogni tanto e mettendo i piedi per terra; io la guardavo ammirato ed incuriosito aspettando che la sua gonnellina a fiori rosa salisse birichina sopra le ginocchia fresche e sconosciute. Ad un tratto si fermò, tentò di ripartire ed io sempre attento le dissi come imbambolato: “Stai attenta Caterina che secondo come ti siedi sulla bici ti si vedono le cosce.”
Non sapevo neanche cosa stavo dicendo, avevo 14 anni.
Lei mi guardò,aveva un anno meno di me, puntò i piedi sull’asfalto mi sorrise e con mia grande meraviglia mi rispose: “Ihh, solo per le cosce!” E si sollevò la gonnellina fino all’inguine, scoprendo le sue mutandine bianche. Rimasi di stucco, confuso, senza sapere che cosa rispondere, e non ho risposto nulla, non so neanche se la salutai, fatto sta che lei ridendo beatamente e sistematasi bene sul sellino se ne andò. Mi rimasero quelle dolci rotondità negli occhi nella mente e nel cuore, e forse è per questo che io ho un’ammirazione fatale per le cosce delle donne.
La giornata era splendida ed il sole scaldava più del solito, quel giorno i ragazzi giocavano, correvano scherzavano in tutto lo splendore della loro gioventù.
Una ragazzina pedalava incerta appena in equilibrio sulle due ruote e cercava di andare avanti fermandosi ogni tanto e mettendo i piedi per terra; io la guardavo ammirato ed incuriosito aspettando che la sua gonnellina a fiori rosa salisse birichina sopra le ginocchia fresche e sconosciute. Ad un tratto si fermò, tentò di ripartire ed io sempre attento le dissi come imbambolato: “Stai attenta Caterina che secondo come ti siedi sulla bici ti si vedono le cosce.”
Non sapevo neanche cosa stavo dicendo, avevo 14 anni.
Lei mi guardò,aveva un anno meno di me, puntò i piedi sull’asfalto mi sorrise e con mia grande meraviglia mi rispose: “Ihh, solo per le cosce!” E si sollevò la gonnellina fino all’inguine, scoprendo le sue mutandine bianche. Rimasi di stucco, confuso, senza sapere che cosa rispondere, e non ho risposto nulla, non so neanche se la salutai, fatto sta che lei ridendo beatamente e sistematasi bene sul sellino se ne andò. Mi rimasero quelle dolci rotondità negli occhi nella mente e nel cuore, e forse è per questo che io ho un’ammirazione fatale per le cosce delle donne.
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