Impavidi gabbiani
sui fili telegrafici
cercano un nuovo rifugio,
i miei occhi
trasportati dal vento
cercano il solido appiglio
per un balzo nel sogno
di queste stagioni,
queste albe e foreste
immani.
Con tutto il coraggio
nella mano stretta a pugno,
impreco contro il principio e la fine,
il giusto mezzo
e il colabrodo della mia anima
trasuda innate tempeste.
Quando il volo dei gabbiani
intercetta la linea dei foschi pensieri
oltre queste verità nascoste
nella trama di un mattino svogliato,
a metà tra inferno ed estasi,
contemplo allora
la dolce forma dei tuoi fianchi.
la sagoma di un dubbio primordiale,
l'inesprimibile forma
che il vuoto disegna
nel profondo solitario orizzonte
di un incerto addio.
sui fili telegrafici
cercano un nuovo rifugio,
i miei occhi
trasportati dal vento
cercano il solido appiglio
per un balzo nel sogno
di queste stagioni,
queste albe e foreste
immani.
Con tutto il coraggio
nella mano stretta a pugno,
impreco contro il principio e la fine,
il giusto mezzo
e il colabrodo della mia anima
trasuda innate tempeste.
Quando il volo dei gabbiani
intercetta la linea dei foschi pensieri
oltre queste verità nascoste
nella trama di un mattino svogliato,
a metà tra inferno ed estasi,
contemplo allora
la dolce forma dei tuoi fianchi.
la sagoma di un dubbio primordiale,
l'inesprimibile forma
che il vuoto disegna
nel profondo solitario orizzonte
di un incerto addio.
Commenti
Ho colto i gabbiani come la certezza popolare di una comunicazione sociale stanca e becera.
Un ideale stanco e rabbioso che urla rispetto.
Un vuoto comunicativo che rende vano ogni tentativo.
Un mio modesto parere.