Mi trovavo per una di quelle stradine ad Amsterdam.
Sì, proprio una di quelle.
E sì, proprio con quell'intenzione.
Accanto alla ragazza che avevo quasi scelto
ce n'era un'altra. Magra al punto giusto,
ghindata come una bomboniera,
truccata come una partita di calcio.
Mi guardava. Lei non lo sapeva,
ma mi aveva già detto tutto.
E il fatto di non saperlo la logorava:
mi avrebbe voluto urlare da quella vetrina;
mi avrebbe voluto sputare addosso una storia triste
che mi avrebbe fatto passare tutte le voglie.
E avrebbe voluto che fossi diverso,
uno di quelli così segnati dal tempo
da far scorrere le sue lacrime nei solchi sulla pelle.
Avrebbe voluto uno con cui fare l'amore
attraverso una scena comica, una fuga,
una mano tenuta fino a sciogliere gli anelli.
Una cosa era certa: entrambi provavamo solo pena.
Feci un gesto buffo, rise. Ricambiò con un mimo,
ma i miei sorrisi erano ben più difficili.
Chissà perché, poi. Continuammo così per un po'.
Dopodiché entrai, finsi di voler pagare e la portai via.
In quel momento eravamo a galla,
coi polmoni riempiti d'ossigeno e insalubri speranze.
Sprecammo tutto quell'ossigeno in un bacio.
Tanto, e lo sapevamo bene, quella torbida melma
era sotto la giurisdizione degli squali
e le navi che avremmo potuto aspettare
avevano già preso il nome di relitti.
Sì, proprio una di quelle.
E sì, proprio con quell'intenzione.
Accanto alla ragazza che avevo quasi scelto
ce n'era un'altra. Magra al punto giusto,
ghindata come una bomboniera,
truccata come una partita di calcio.
Mi guardava. Lei non lo sapeva,
ma mi aveva già detto tutto.
E il fatto di non saperlo la logorava:
mi avrebbe voluto urlare da quella vetrina;
mi avrebbe voluto sputare addosso una storia triste
che mi avrebbe fatto passare tutte le voglie.
E avrebbe voluto che fossi diverso,
uno di quelli così segnati dal tempo
da far scorrere le sue lacrime nei solchi sulla pelle.
Avrebbe voluto uno con cui fare l'amore
attraverso una scena comica, una fuga,
una mano tenuta fino a sciogliere gli anelli.
Una cosa era certa: entrambi provavamo solo pena.
Feci un gesto buffo, rise. Ricambiò con un mimo,
ma i miei sorrisi erano ben più difficili.
Chissà perché, poi. Continuammo così per un po'.
Dopodiché entrai, finsi di voler pagare e la portai via.
In quel momento eravamo a galla,
coi polmoni riempiti d'ossigeno e insalubri speranze.
Sprecammo tutto quell'ossigeno in un bacio.
Tanto, e lo sapevamo bene, quella torbida melma
era sotto la giurisdizione degli squali
e le navi che avremmo potuto aspettare
avevano già preso il nome di relitti.
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