Dev’essere un umore d’aprile

a traboccarci da bordi anneriti

ché non saremmo più di un foglio frusciante

senza una rarefazione esposta al ramo

e la voce attinge da un petalo che cade

veggenti noi di un gioco sacro         

riflesso bendato del tempo

in gabbie ferrose e cavalli di piuma



e sei e non manchi ventre in distacco

dolore ristoro mio tuo

congedo d’inverno nella fibbia

che la bocca scalpella

-e poi un’altra poesia.





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Profilo Autore: Rita Stanzione*   Sostenitrice del Club Poetico dal 18-07-2015

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Commenti  

Antilirico
+1 # Antilirico 11-11-2017 12:48
Un'altra delle tue inestimabili perle... Ammirato...
Rita Stanzione*
+1 # Rita Stanzione* 11-11-2017 19:55
Grazie di cuore, Antilirico
Hera
+1 # Hera 11-11-2017 15:06
Sono d'accordo con Antilirico..... .............SE mpre incantevole e colta........la mia lode e le mie stelle*****HERA
Rita Stanzione*
+1 # Rita Stanzione* 11-11-2017 19:55
Onorata del tuo bellissimo commento, Hera.

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