Mi fanno paura i giorni normali.
Quelli col cappotto ingombrante
che rende nauseante
il sole suicida sull'Arno;
quelli in cui i fili d'erba appiccicati al sudore
prudono sulla vacuità dei grilli.
Mi fanno paura i giorni senza cene:
litigiosi, estenuanti, senza odori muschiati
e senza falene annegate in una goccia di vino.
Senza amici a urlare che tutto si può:
non si può, non si può.
Ora si sono formalizzati:
sono la loro stessa ombra.
I giorni normali sono sbadigli di argonauti
che oggi è così: d'intorno solo acqua salmastra.
I giorni normali sono quelli delle notizie
ma non è successo niente.
I giorni normali sono quelli dei soldi
ma senza soldi.
Giusto ai batteri piace la vostra acqua...
Nei giorni normali tutto è fermo
in quanto veloce
come quei battelli romantici
in una Venezia che non vedremo mai davvero.
Ma i quadri non hanno nient'altro da dire,
ci vorrebbe chi ci è morto sopra.
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