Osservo con distacco
le fideistiche certezze che mi fluttuano attorno,
appese pervicacemente a logiche ramificate
su imponenti tronchi di visioni irriducibili.
L'antica esca è ancora perfettamente efficace,
miti e teorie solidamente ancorate a tradizioni millenarie, 
avvolte da fumogeni multicolori, che ne nascondono 
le toppe aggiunte in edizioni successive, a seconda 
della direzione obbligata da nuove, innegabili cognizioni, 
o dell'esito dello scontro delle armate contrapposte.

Io cerco nuovi assiomi,
adatti ad un albero di specie diversa,
concepito da recenti generazioni su vergini terreni.
Un alberello che lentamente cresce,
nutrendosi della conoscenza e della creatività
che da millenni segnano il nostro sviluppo culturale.
Un tronco ancora esile, ma ben radicato
su illuminati valori umanistici,
su solidali visioni sociali, su inviolabili concetti laici
di giustizia, libertà e uguaglianza.
Io penso che non ci sia alcun bisogno di considerarci tutti fratelli,
basta che ci consideriamo tutti degni del medesimo rispetto.

Lo so, sto parlando di una laica utopia...

Ma se non credessi fermamente che un giorno
anche lontano, dalla immobile crisalide dell'attuale realtà
scaturirà la bellezza leggiadra d'una armoniosa convivenza
fra le singole persone e fra le genti tutte,
scevra da subdoli condizionamenti e imposizioni,
sarei costretto a considerare amaramente la mia vita,
e quella di tutti gli uomini, passati, presenti e futuri,
come un tragico inganno fine a se stesso,
alimentato dalle contingenze cosmiche intrecciate
al gioco stocastico di una cinica evoluzione selettiva, 
oscillante inutilmente tra il caso e la necessità.
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Commenti  

nabrunindu
+1 # nabrunindu 25-10-2013 18:02
cinque stelle perchè mi hai lasciato a bocca aperta, questo è un trattato da studiare, una filosofia nuova da considerare, una magnifica composizione poetica che ti fa onore. bravo bravo.
Brigida Liparoti
+1 # Brigida Liparoti 25-10-2013 21:50
Tre "stanze" ed uno spiraglio tra la seconda e la terza...
Nella prima, una visuale d'inizio, un sunto di partenza;
nella seconda, l'azione mirata al raggiungimento del pensiero contenuto nello spiraglio.
Nella terza, il realizzare che nulla è cambiato da questo movimento ma che tutto potrebbe essere potenzialmente mutabile, tutto vincolato dalle intenzioni di chi, al fine, fruisce del movimento stesso... Sei un poeta raffinato Fabricio, ti ammiro molto come artista.
Grazie per aver condiviso questa tua qui.

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