Rigurgiti di vento gelido
sbarrano il transito alla primavera
e si trascinano echi di memorie
che si propagano in grovigli di rami
ed archi ancora spogli
e l’edera si fissa, definitiva, ai muri porosi:
difficile separarla!
E di stormi,
rondini ne tornano in poche.
Se stacchi dal suolo la mia zolla
striature, vedi,
di respiri
e impronte di viaggi
d’amore e di speranza;
graffiti di vita
in bilico tra luce e penombra;
occhi persi nel buio dell’attesa
che la luce del giorno ingoi,
col fumo della notte,
lo scarto del distacco.
E mi piace dipingere il nuovo giorno
in un volo di aquiloni colorati,
nell’abbraccio di voci confuse
e complici sguardi,
di pensieri sospesi
a generare bellezza.
Commenti
Grazie Paolo, grazie di cuore
Grazie Nanni; grazie di cuore.
Grazie, Simone