Quanto tempo ho impiegato per cercare di comprendere l'incomprensibile! Volevo capire alcune cose, far valere le mie ragioni: ero convinta di ottenere comprensibili risposte. Non ci capivo granché o quasi nulla di quello che mi veniva spiegato, ma ciò nonostante, non smettevo di fare domande. Ho addomesticato bestie feroci e sfamato lupi: da brava credulona qual ero, speravo di migliorare il mondo. Poi mi sono ricreduta: ci sono troppi lupi in giro ed io non ho cibo a sufficienza per nutrirli tutti. Dar da mangiare a bestie fameliche è una grande perdita di tempo: solo pochi mangiano, mentre troppi digiunano. Dopo un po' ho cominciato a separare il bene dal male. Le parti marce le buttavo via. A volte distrattamente, toglievo pure la buccia, la parte più saporita: quella che ti da il gusto di mordere. Quanto mi piace addentare le mele! Le pulisco col palmo della mano e poi, quando sono lucide lucide le addento. È così che va presa la vita: un po' a morsi. Non potendo perdere la speranza, né vivere di "forse", o di "probabilmente", ho cominciato a ribellarmi. Sbigottita constatavo che era possibile l'assurdo e improbabile se non irrealizzabile il plausibile. Il cielo è blu, verde è la foglia. Semplici riflessioni di chi vede le cose come sono. Perfino un bambino lo sa. Eppure, ciò che capiscono i bambini, per gli adulti è talmente complicato! Da quando si sono invertiti i colori, mi confondo e non riesco più a distinguere il bianco dal nero. Nulla è come sembra. Non credo sia una questione di prospettive o di punti di vista. Penso che la realtà si sia rovesciata. Ma mentre tutto capitombola, io ci spero ancora. Ogni volta ci provo, ma ci casco sempre. Poi si cambia: ci si adatta. Ora mi capita di cadere perfino da piccole altezze. Non riesco a fare passi da gigante, ma non mi fermo. Da un pezzo ho smesso di correre. A metà percorso della mia vita, comincio a decelerare l'andatura. Nonostante abbia meno tempo a disposizione, procedo lentamente. Anche i guerrieri hanno bisogno di riposare ed io ho tanto lottato. Camminerò ancora, ma senza fretta. Se qualcosa mi turba, o non riuscirò a dare il giusto senso alle cose, camminerò senza affanni: ma non correrò dietro al tempo, né cercherò di fermare la folla corsa di un treno impazzito. In fondo questa è la vita. Si corre, si rallenta. L'importante è non fermarsi: al resto possiamo pensarci anche domani...
Commenti
come la fa star meglio. Racconto molto apprezzato. Un saluto!
Un abbraccio
Vera
Non si corre più, non si è più tanto impulsivi, si pensa meglio e si agisce poi.
Riflessione molto piaciuta e condivisa... Ciao... ^.^
TERIODO ESPLICITI QUANTO SENTITI.
LIETO FINE SETTIMANA.
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