Mi sedetti al tavolino numero 13 del bar di Via Rosmini. Era la prima volta che vi entravo. Mi attrasse l'insegna " Soddisfatti o rimborsati" e sorrisi bonariamente.
Il tavolino era molto piccolo, lo spazio utile per una tazza da caffè e un bicchiere d'acqua. Era ad un metro dalla vetrata che mi permetteva di seguire il passeggio dei tanti sconosciuti, così avrei potuto ingannare il tempo. Mi venne incontro la cameriera. Una ragazza dal seno procace e dai fianchi formosi. Il suo grembiule era macchiato, ma sembrava che lei non desse importanza all'opinione dei clienti. Strofinava le gambe, come se soffrisse di prurito, e vidi che le calze erano smagliate e sporche di rosso.
Ordinai un caffè ed una fetta di torta, anche se non c'era l'imbarazzo della scelta. Quando ritornò, posò in modo maldestro la tazzina e il piattino con il dolce. Non si scusò e meccanicamente asciugò il caffè che aveva versato con uno straccetto lercio. Mi scrutò come se volesse rimproverarmi perché la fissavo. Notai che il proprietario del bar aveva le dita rossastre e collegai il tutto... La ragazza continuò a strofinare le gambe per asciugarle. Avrei dovuto chiedere un rimborso? Pagai senza avere consumato e mi alzai per uscire. La cameriera mi gridò dietro con voce volgare: " Torni a trovarci! ".
Il tavolino era molto piccolo, lo spazio utile per una tazza da caffè e un bicchiere d'acqua. Era ad un metro dalla vetrata che mi permetteva di seguire il passeggio dei tanti sconosciuti, così avrei potuto ingannare il tempo. Mi venne incontro la cameriera. Una ragazza dal seno procace e dai fianchi formosi. Il suo grembiule era macchiato, ma sembrava che lei non desse importanza all'opinione dei clienti. Strofinava le gambe, come se soffrisse di prurito, e vidi che le calze erano smagliate e sporche di rosso.
Ordinai un caffè ed una fetta di torta, anche se non c'era l'imbarazzo della scelta. Quando ritornò, posò in modo maldestro la tazzina e il piattino con il dolce. Non si scusò e meccanicamente asciugò il caffè che aveva versato con uno straccetto lercio. Mi scrutò come se volesse rimproverarmi perché la fissavo. Notai che il proprietario del bar aveva le dita rossastre e collegai il tutto... La ragazza continuò a strofinare le gambe per asciugarle. Avrei dovuto chiedere un rimborso? Pagai senza avere consumato e mi alzai per uscire. La cameriera mi gridò dietro con voce volgare: " Torni a trovarci! ".