la cenere
lenta, inesorabile
come il male
che nell'anima scende
ammucchiando in pire
corpi decimati
mentrela città svanisce
in follie di fuoco
La musica è un gentil tocco
per l'anima, si alza
incompresa nella melodia
di un pianoforte
avvolge sensibili
brandelli d'umano
astrae la mente
dal dolore sollevando
la cenere densa
pigra, grigia
in ovattati silenzi si alza
vetri riflettono mani
che nell'aria mimano
disperate sinfonie
per riscoprirepulsioni emozionali
dentro la cavità morta
di un mondo perso
nella follia idolatra
di sanguinari Moloch.
Tributo alla figura di Wladyslaw Szpilman
Per tutti i poeti e per me
Per rondini api e colori
Che vestono l’erba ed i fiori
Per passeri già piccolini
Che presto saranno uccellini
Per dolci sognanti fanciulle
Che gemmano come betulle
Nei sogni di tenue colore
Scoperta futura d’amore.
La stagione più bella che c’è
Rovinano LORO, perché
Bisticciano sempre a piacere
Scordandosi il loro dovere
Per cui sono stati votati
E non per scannarsi da matti
Scordandosi i tanti problemi
E non per trattarci da scemi,
Compagni di stesso colore
Odiandosi senza valore
Di uomini senza cervello
Che cambiano spesso mantello
Ma pur di tenere lo scranno
Causando ogni giorno più danno.
Ma aspettano forse davvero
Nel loro dorato maniero
Che al posto di allegri turisti
Arrivino…..folli scafisti?
Che Dio non lo voglia in futuro
E faccia che il tempo sicuro
Sia bello arrivata com’è
La stagione più bella che c’è.
sogni nefasti
Lei non c’è,
e chiudo il cuore,
non c’è nessuna,
fragore tra le rocce
tempesta in mezzo al mare,
uragano fra le piante,
non c’è nessuna,
inferno in questa vita
dove il tempo
è destinato
a trapassare maledetto.
torni ancora alla gola
ora come un groppo che soffoca la gioia
quasi insopportabile al ricordo
e riempi i miei occhi
di immagini e scene lontane
malinconici scorci di passato
momenti apatici
che si susseguono senza fretta
Piccoli dettagli
una parola
un posto
tutto si riaccende
come un vecchio disco
rimesso da capo più volte
e parte come una miccia
che brucia fili collegati tra loro e diramati
brillando in tante lampadine colorate
Illuminano quei giorni di parole candite
che hanno riempito mancanze di miele
ed elevato mente e cuore
su un piedistallo di cristallo
per poi schiantarsi al suolo
in un attimo
e ridursi in miriadi di scintille
disperse nel vuoto
Non voglio più ricordare
voglio strappare questo album memorabile
di giorni andati senza ritorno
voglio cancellare quella scia
ogni traccia che parli di te
che l'oblio non ha ancora ingoiato
e rimanda spesso in superficie
con la scusa dei sentimenti provati
Non voglio più
alimentare sogni
coi ricordi già fritti e rifritti
voglio solo respirare aria pura
vivere di saporita realtà
e avere un giorno
ricordi pieni di vita
nel buio della notte
scompare velocemente
dietro l’angolo
quasi volesse nascondersi
perdersi
si sente in colpa ha...
paura del giudizio altrui
è stanca.... di tutto
la paura prende il sopravvento
attraversa la periferia della città
testa bassa... le mani in tasca
alza gli occhi davanti a lei
il ponte con fili e tiranti illuminati
dall'altra parte il buio......
la fine....
le gambe tremano
all'improvviso ha paura
non è più sicura
vorrebbe tornare indietro
le mani dentro le tasche
giocherellano con delle monete
l‘ansia.... paura
il cuore batte fortissimo
ad un tratto l’indecisione scompare
ha deciso.... nel buio della notte
con le mani in tasca
attraversa velocemente il ponte.... la fine......
Passo dopo passo
tanti ignari topolini
seguono il magico pifferaio
verso un tragico destino.
Nota dopo nota
tanti irresponsabili serpenti
ballano ammaliati
dal diabolico incantatore.
Gesto dopo gesto
abili prestigiatori
mistificano la realtà
godendo della confusione.
Pezzo dopo pezzo
sparisce un Paese
ed una democrazia
nell’assordante silenzio di molti.
non siamo dotati di un bottone a tempo
arriva l'ora e si spegne
come la batteria di un cellulare
si spegne quando l'energia finisce
Perchè Signore per morire ci si deve
soffrire le pene dell'inferno
che nell'inferno inesistente non vivono
ma qui sulla terra si e forti intense
si fanno sentire
Oggi ho visto una donna viva
e sofferente il respiro le mancava
immobile era paralizzata
da un morbo maledetto
che cause apparentemente non ha
quando la stanchezza le ha donato il sonno
la morte infida la colta all'improvviso
nemmeno la famiglia ha potuto salutare
Forse la morte le ha portato la pace
ma non le ha chiesto
se lei lo desiderava se non voleva accomiatarsi
dai suoi cari consapevole di ciò
La vita è ingiusta colpisce chi colpe non ha
permette a chi male fa opportunità che non meritano
ma che si può fare contro questo malvagio sistema?
Ribellarsi non serve qualcuno più forte di noi
sempre esiste, sottomettersi sbagliato è
a questo sistema di cose
che puzza di marcio e colpisce chi non lo merita
La soluzione unica e giusta è confidare in Dio
Lui metterà a posto il tutto a tempo e debito
per ora possiamo solo sopportare in silenzio
pregare, sperare ed accettare
se pur con rammarico
l'amaro destino
Una corsa senza fine,
solo un traguardo:
l’abisso.
Un puzzle scomposto
ora che ti sei preso un tassello della mia vita.
Pretendi troppo
Dio.
Dovrei capire?
Capire:
perché mi hai dato tanto.
Nell’esserTi grata,
in un attimo mi hai tolto e dato.
Prospetto di pagare un prezzo,
un palpito:l’ esborso.
Un fio troppo alto:
un’esistenza per un’altra
e la mia a frantumi.
Sono contrario persino alla storia
Paolo e Francesca Giulietta e Romeo
Son figuranti di un grande torneo
Tutti gli amanti dei tempi passati
Sono soltanto dei gran fortunati
Scritti sui libri da grandi poeti
Cantati e osannati qual tipi perfetti
Mille stagioni mille anni d’amore
Per arrivare all’attuale dolore
Di chi come me si sente tradito
Lasciato da solo tremante e sconfitto
Per un mancato impossibile bacio
Che mi tormenta legandomi un laccio
All’anima spenta che vuole morire
Per quella bocca che vede svanire
Tutti gli eroi hanno avuto fortuna
Guardando nel sole ammirando la luna
Io solo la polvere colgo del tutto
Mangiando soltanto un’ignobile frutto.
" Oh! Finalmente son fuori dal sito,
dove le gretole dell`iniqua gabbia
furono testi del mio cantar mentito:
triste il mio canto era sol di rabbia.
Lì ero ricco, non mi mancava niente,
anche tu, carceriere, come infante
giocavi con me affettuosamente
ed ascoltavi, lieto, il tuo cantante.
Ma a che serve beccare a crepapelle
e dell`universo non aver visione?
Le tue premure sono cose belle,
ma io or canto, felice, la canzone.
Oggi vado incontro al mio destino,
il mio nido sarà tra i verdi rami
d`una quercia o d`un folto pino
e gli insetti il cibo che mi sfami.
Mi dispiace essere un ribelle,
ma la gabbia è invero una prigione;
stare lì dentro ed essere un imbelle
spinge a morire con disperazione.
La libertà cercavo e ad essa anelo,
io son nato per vivere nel cielo.
Addio amico! Io non sono un uomo,
che, asservito, ostenta il superuomo.
Io ho dignità, sono un uccello,
e l`uomo non è mai il mio modello ".
Che brutta guerra!
Lontana
migliaia di miglia,
vicina
con pianto e spavento.
Che orribile guerra!
Mi sembra
un teatro di morte:
si chiude il sipario
all’inferno
squarciando
il dolore del cuore.
Stranissima guerra!
Non riesco
a pregare per me.
agitata da pugni
sopra ring
di scatenate
emozioni
Rabbia sfogata!
Vita colpita!
Una brutale
rivincita
segnata da corde
che delimitano
il campo
di un destino,
con
mani rotte
per spaccare
i tanti ghigni
frantumare impersonali
maschere
che ridevano
di amare
stentate
esperienze
che ora
appaiono
come pallidi
demoni
nei corpi
di avversari
abbattuti
dalla rabbia
di un pugile.
dall’occhio stanco
dolorante sgorghi
scivoli lentamente
piatta su di un tavolo,
t’assorbe
quasi il tempo che scorre
nulla sei per l’indifferenza
regnante,
una farfalla ti scorge
nel tuo lago si disseta
ti prende per mano
sul ramo ti conduce
dove il fiore nuova dimora
non rifiuta,
il canto della cicala ti culla
mentre nella polla
teneramente fai ritorno.
Antiche sono le parole
custodite nel cuore
da così lungo tempo che più non ricordo
forse da sempre e per sempre
non dette non espresse
Col tempo mutano in cemento armato
il silenzio è una difesa per la paura
di far male a chi ami
ma il male lo fai solo a te
Dal cuore le parole arrivano alla mente
percorrendo l'autostrada che gli organi
congiungono tra raccordi, uscite ed entrate,
in poltiglia va il cervello
ti chiamano folle, fuori di testa
perchè ripulisci quel sudiciume
tagliando la pelle come fosse carta
E diventa lago di sangue ai tuoi piedi
sangue reso chiaro dalle lacrime
ad esso misto rumorose
come gocce di pioggia in una pozzanghera
ciò che tu sei, dove la gente infila i piedi schifata
Madre l'egoismo che da sempre è tuo
non è venuto meno con gli anni
anzi più spinoso è ancora come un roseto fatto di spine
i petali son caduti seccati da tempo
non ne rimane nemmeno il profumo ....
Con tutto il rispetto ed il bene che ti voglio
tacere più non posso, un martello pneumatico
mi ha liberato dal cemento armato
ed ho cantato finalmente ora che sono donna
ora che i cinquantanni ho superato
e più la tua bambina non sono o non lo sono mai stata
Non chiederò scusa, non ho sbagliato io
e non per presunzione, l'avvocato ne ha le prove ….
alla giuria il verdetto …. sono certa di essere assolta ...