Dal cielo non giungono
A lenti passi
si va in processione
e muti intoniamo
la nostra canzone
alternativi tramonti dell’anima
saranno proiezioni di diapositive
finalizzate a ipnotizzare l’uomo-robot
mentre il crepuscolo
sarà una reminiscenza
tragico nostalgica
del destino dell’istinto di sopravvivenza.
Poesia ispirata dal fumetto:
* Titolo e contributi: Memorie dell'oltrespazio / Bilal
* Pubblicazione: [Italia]: Bonelli Dargaud, copyright 1985
* Descrizione fisica: 52 pagine illustrate a colori; 31 cm
* Data:1985
* Titolo originale francese “Memoires d'outre-espace”
forse un vecchio parco,
Alberi alti,
pini mediterranei»
Camminiamo.
Oltrepassiamo due enormi cancelli di ferro,
arrugginiti.
Proseguiamo in un circolo strano
e strano il tempo appare.
Quiete e silenzio
e continuiamo…
Ecco la fatica,
quasi impossibile continuare.
Sospinti,
spinti,
resisto e sento.
Potente è il Male,
tutto intorno è male
Il giardino di colui che non si chiama
mi sfida,
ride.
Resisto e sento,
sento tutta la forza del male,
ci attanaglia
no! Non aprire quella porta.
Io apro.
Sono quasi prigioniero
ma io sono già oltre dell'oltre,
figlio delle tenebre.
Posso sentirlo
disumano nella violenza.
Usciamo fuori
Ma…
Siamo ancora dentro.
Ora ho compreso,
mi trattieni.
Io quasi lo sfido
e ogni cosa pare quieta
nel giardino del Male.
Esso è e non è
Io solo posso assorbire il suo furore.
Tre sono i percorsi nel cerchio.
Siamo fuori.
Dentro seppur fuori
ma come s'esce da questo posto?
Un libro bianco nelle mie mani.
Egli che è il male ci spinge.
Quasi voliamo,
io canto ripetendo alcune parole.
S'aprono le porte
e siamo fuori!
Un uomo in tunica nera chiede qualcosa.
Gli dico di non entrare.
La mia mente apre i cancelli di ferro,
il vento del male alita tempesta.
Io so.
Conosco.
Provo su di me
ma io sono figlio delle tenebre.
Non umano tra umani.
Tu non farlo ti prego,
non irridere il Male,
egli ghermisce gli stolti
e si ciba di loro.
Ah se potessero provare
Ciò che io provo.
Non lo chiamare mai,
ti prego ne resteresti sconvolto.
«È sera inoltrata,
sono distrutto.
Il buio mi avvolge,
percepisco l'alito del male
ancora un po'.
S'affievolisce sempre più.
Il silenzio è intorno.
le auto passano fuori sulla statale.
L'aria è quieta,
il semaforo lampeggia sul giallo.
Rientro in me.
Sono vecchio per queste battaglie.
Cerco un altro sonno,
una notte mi abbraccia.
Un'altra lo farà,
questo il mio destino»
Attraverserò il tempo e lo spazio
fuori da un corpo ormai perduto.
Viaggerò alla velocità della luce
Fluendo, cellula tra le cellule
il mio spirito si espanderà.
Come in un improvviso BigBang
e in quel preciso istante saprò
che sarò con te,
per sempre.
Vi ho visti sognare
dallo schermo fatale,
con gli occhi arrossati
e un contrasto banale…
Tra queste luci,
è una veglia anormale,
mentre voi vi cullate
in un mondo di fate…
È giusto un capitale
che muove la notte,
al che vi svegliate,
si inverton le rotte…
Vi ho visti sognare,
l’ho fatto anch’io.
La lancetta si è mossa,
un sol ticchettio…
Cadono, spicchi di cielo gelido,
in questa notte d'inchiostro liquido
squarciano i veli, ferendo gli angoli
di questa vita che è fatta a spigoli.
Un cielo sbieco
come il rovescio di una medaglia,
che se la lanci ti lascia segni
di un lato livido, di sangue
madido.
Trasuda il cielo dei miei pensieri,
non c'è risposta ma un vuoto cosmico
mi avvolge brivido senza più lacrime.
Un cielo nero di nubi aride
aspetto stelle e tornare a vivere
e un cielo nuovo,
privo di spigoli.
Il mattino sveglia
d’arruffati suoni
pelli di tamburi battenti
lontani tuoni
Fuori misura
Fuori stagione
Qui ogni cosa ogni momento
non raccontano se stessi
Solo menzogne e pugni
lasciando il tormento
Ai posteri l’ardua sentenza
se vivere comunque
se vivere senza
quelle briciole tanto sudate
speranze abusate
servite per andare avanti
liberi da crociate
o spremere tutto
finanche i sassi
raccogliere le polveri avvelenate
far diventare oro tutte le giornate
Ai posteri parole di conforto
di pena da tutti bandita
dire che non basta viverla
la vita
E’ già sera dopo tanta luce
E’ sempre buio
per chi sul petto un cuore di pezza
ci si cuce
È solo un giro di giostra
divertimento e paura incontrollabili
È solo un salto in discoteca
dove paghi l'ingresso all'uscita
È l'illusione di programmare una biografia
programmata da tempo all'insaputa
È un Dio assente che ti guarda
È una Falce presente che ti cerca
ti trova quando non hai più gettoni
per ricominciare il giro
ti trova quando non hai più forze
per l'ennesimo ballo
Viaggio sulla motocicletta
incontro alla notte
lascio scie di zolfo
la fiamma al mio fianco
sono un predone del mondo.
Correggo i reietti del comportamento
ogni barlume di ribellione
incontra la luce purificatrice.
È il nuovo Dio il nuovo Vangelo.
Cenere alla cenere.
L’Inferno è il nostro credo.
Tutte le notti vedo una vita
accendersi di Giustizia
spegnersi tra le mie dita.
ti guarda da ogni angolo
e culla i tuoi spazi segreti
non pretende attenzioni
non pretende emozioni
non fugge e non tradisce
ha solo dolci parole
versate in un bicchiere pieno
riflesse nello specchio
in un volto che non si riconosce
negli occhi che si chiudono
fino al mattino e rimane accanto
ad accogliere i passi del risveglio
accompagnando con dolci parole
senza pretendere ascolto
senza volere che resti
La voglia, di correre che lotta
Senti, i rumori della pioggia
Che blocca le genti
Senti le emozioni contrastanti
Che ti impongono i veggenti
Senti, al di là delle leggi sovvenute
Oltre i racconti delle genti astute
Senti le credenze che porti con te,
Come bibbie nascoste, ti contemplano
Senti ciò che sei
E non ciò che vorrebbero che fossi
Non comprare le risposte vendute dei mendicanti
Crea le tue e non cadere in sbagli
Sbagli di gente che non sa cosa credere
Sbagli di persone che hanno bisogno di godere di uno status
Sollevati, usa la mente quale fonte di libertà
Vola oltre le ostilità dei tanti
Volgiti solo contro te stesso
Così la gabbia scompare
Resta solo il suo gesto
gabbiani dagli occhi morti sputano sassi sui pescatori di perle di gomma.
Donne in calze autoreggenti affamate d'amore,
strascicano reti vuote sulle spiagge selvagge della solitudine.
Bambini , stinti e senza volto , che, aggrappati ai loro sogni, indicano comete di periferia,
mentre violini scandiscono la melodia del tempo che non verrà.
Occhi annacquati da cristalli liquidi osservano il mondo stando di spalle,
capo chino, immersi nella pioggia tossica dell'apatia generazionale.
Ma tutto tace mentre l'alba tramonta,
e il futuro tutto ad un tratto sembra più nitido, più incerto, più chiaro, più nero...
e fluisce dentro me le sue onde elettromagnetiche al vetriolo...
un altro show sta per iniziare,
poi crollo.
di cipolla rossa
e lo sfrigolio sfrenato
del chicco bagnato,
dondola nei suoi pensieri
una mora dai superpoteri...
Mentre mescola
e guarda il tempo,
senti l'olio
e il suo sopravvento..
Ah, come ruota il cucchiaio
in mezzo a quel pesce!
Un po'di timo alle narici
e il risotto ben ti riesce..