Scrivi d'amore
mano che scorri
sotto le ore.
Vai e percorri,
tutto il sentiero,
pieno di torri.
Ricerca il vero,
non ti fidare
mai per davvero.
Non dubitare
di ciò che senti
dal cuor osare.
Sono perdenti
quelli che fanno
sempre i vincenti.
Scopri l'inganno,
scrivi l'amore
che in pochi sanno.
Ora che ha spento il dì l’ultima luce
e il cielo assume i toni più profondi,
ad inseguir pensieri vagabondi
la terra misteriosa ci conduce,
ché frenetico brulica là fuori
un mondo di fermenti e di piaceri
di clandestini amor, di puttanieri,
di nottambuli insonni sognatori,
di vicende ch’attizzan quei poeti
che vorrebber buttarsi nell’agone
a carezzar ogn’intima passione
quali d’anime interpreti segreti.
E c’è pur chi s’illumina d’immenso
e sotto un ciel di stelle si trastulla
e poi vi si smarrisce e poi s’annulla
della vita a pensar l’arcano senso
cui meta ineluttabil è la morte
dopo cumuli d’attimi sfuggiti,
di fior non colti o subito sfioriti
in quel vento casuale ch’è la sorte.
Ma dove un tempo denso scorre lento
senza l’oggetto più d’un desiderio
c’è chi sente, struggente e deleterio
di vacua solitudine un tormento,
e qual fosse un’antica rapsodia
ricorda quell’intenso suo passato,
laddove l’orologio s’è fermato
e resta a ticchettar sol poësia.
Garzone di bottega che non sei altro,
che vai fischiettando con le mani in tasca,
quel berretto in testa, forse ti dona,
ma l’aria da spavaldo non ti abbandona!
Si, di gioventù ancora ne hai tanta,
ma stai facendo i conti senza l’oste,
la vita costa molto e lo sai bene,
domani farai famiglia, notabene!
Il tempo passa in fretta e sarai grande,
la vita è dura e non la puoi ignorare,
devi pensare oggi, al tuo domani,
se non vuoi che tutto, cada dalle mani.
Se pensi a questo, forse ti salverai,
toglierai le mani dalla tasca e le userai,
ti passerà la voglia di fischiettare,
toglierai il berretto e ti darai da fare.
Il mondo è già pieno di pelandroni,
ci sono anche ladri ed imbroglioni,
serve solo gente onesta e laboriosa,
gente buona ed umile, non boriosa!
Come tazzine dopo il caffè
sole, macchiate, piene di "se..."
Amaro è il sapore pungente
del liquido nero elegante
che riempie la bocca saccente
di un vuoto rumore pedante.
Sole, macchiate, piene di "se... "
come tazzine dopo il caffè.
Restan solo sguardi silenti
forse dubbiosi ed impazienti
con occhi di stelle cadenti
che sperano ancora sognanti.
Siamo tazzine dopo il caffè:
sole, macchiate, piene di "se..."
Quel me delle foto
se la cava con poco:
un sorriso d’occasione
come se fosse felice.
la speranza di fermare un’epoca
mettendosi al centro.
.
E lascia me contorto
per i pesi delle tempeste,
Incerto sul necessario
per rinnovarti la convinzione
che salendo le scale di casa
io sia ancora quello di ieri
e non quel pessimo attore
fallito da tanto tempo
e che tu, buona all’infinito,
fingi d’apprezzare
mentre vai.
si alimentano di ricordi
poco ti importa se ti assale la malinconia
tristezza infinita
dura un attimo...
Sopravvissuta ad una tragedia
la mia stanza si sveglia
nell'oro chiaro
di un mattino senza voce
di una tempesta di sabbia
polverosa
immanente tragedia
versi il capo
a destra, poi dall'altra parte
per non vedere
le garrule rondini che vanno
anch'esse, meste
al funerale.
bruno della notte
Giro per strada
con la fame dei randagi
Ma è appetito di vita
Per una volta essere io il vampiro
che si nutre d'esistenza
al calice denso d'amore
Una corsa selvaggia
cavalcando il dorso del tempo
Ma nel mattino
non farsi cenere
Urlare un ritornello al cielo
sorseggiando il vino migliore
fumandoci il giorno
fino all' ultimo mozzicone
E stanchi, sudati addormentarci
ventre su ventre, addosso
Come non ci fosse domani.
bubola la civetta posata su un tetto
con i suoi occhi gialli fissi nella tenebra.
Giace nel letto ogni pensiero,
e il rumore della calma é sempre più assordante.
L' aere si fa sempre più cupa,
solo silenzio e un bubolare soave,
che tiene compagnia alle mie notti insonni.
Posa la mia testa sul cuscino senza trovar riposo
allora mi alzo e mi affaccio dalla finestra
per respirare a pieni polmoni
il buio della notte.
Brilla nel cielo lontano
uno spicchio di luna
dai riflessi argentei
rosicchiato dal passare dei giorni,
e la civetta mi vede, mi guarda e mi fissa,
spicca il volo verso lo spicchio di luna.
Odo la quiete delle stanze segrete di una casa vuota,
il frusciare delle fronde al vento
e i rumori della notte risaltano nella sua placidità.
Tenebre e buio avvolgono il mondo,
fitte trame di uno scuro profondo,
rapaci posati cantano alla notte,
il canto della morte.
Riposano gli uomini stanchi,
sui loro cuscini di cotone bianchi,
girovago io, pieno di pensieri,
non riesco a prender sonno,
e più non sogno.
Ma presto la stanchezza mi vince e mi rapisce,
di soprassalto.
Ad un tratto non odo più nulla,
chiudo gli occhi pesanti,
adagio il capo sul cuscino,
ma continua il vecchio rapace
ad intonare il suo canto di terrore,
fino allo spuntar del mattino,
quando lascia il posto al passero e al rondinino.
Piene le bocche di baci
mai dati,
sono rivalsa sul profumo
che irrora sangue e aroma.
Non di morsi si colmano,
per rabbia o fame,
e quel tenue esangue colore
fa si che tutto taccia in noi.
Quale delicata carezza
e' lo sfiorare di labbra che
risveglia brividi ancestrali,
passioni sopite e profonde.
Assaggiarne il sapore,
di chi ti ama o solo per ardore.
Risveglio dei sensi
tra le braccia stupite,
domina una luce
che insieme si fonde.
Rosso e' il richiamo sul
viso che sa far ardere.
continuamente prece
le salmodie di Davide
C'è qualcosa
di profondamente mistico
nella poesia: come divino
e mirto e l'irto colle della conoscenza
un ispessirsi d'istanti attesi
qualcosa di profondamente attento:
una precisione nelle parole e nel suono
un preciso rifugio dei suoi studi
un'attenta indagine di ciò che è Verità.
C'è qualcosa nel nunzio
- è sera - che mentre prega la poesia
rende partecipi tutti gli uomini
di un tesoro preziosissimo
e attenti uomini: il tempo è breve
e veloce passa il letto del dolore
più a lungo perdura l'eternità.
Una mossa giocata
Sul quadrato -
Non c'è tempo da perdere
ogni posizione si basa su questo:
tattica e combinazione, esattezza del momento.
Lascia spazio ai pezzi leggeri
in avamposto alle truppe pesanti:
metti al sicuro il Re e considera
i campi di guerra: uno sull'ala di donna
l'altro sull'ala di Re.
Come la vita che non aspetta
e non lascia tempo
che non si raccolga.
Ciò che si semina è il pane dell'eternità:
1. e4 partita aperta gioco rapido,
1. d4 partita chiusa vale di più la strategia.
Sentendo puoi vedere
tutti i colori che hai dimenticato.
Nel buio una sete assurda di luce
ti illumina. Piove.
Spruzzi ti tingono le palpebre.
Orge di rosso. Cascate di porpora.
Oceani grigi.macchie viola
lampi azzurri , veli d'oro fine
Chiudi gli occhi, rilassati nella nerezza
preludio di nevicate candide
sulle tue pupille
di mari di lapislazzuli
a bagnarti la pelle
di iridi zaffiro a fissarti dolcemente
Respira, bevi incorpora
tutti i colori che hai dimenticato
Assorbi gli arcobaleni caduti nei tuoi abissi.
quella luce di certe sere invernali?
Quella
che ti abbraccia in una
lieve sfera di sole.
Una luce un po' calda
che ti accarezza il volto,
lieve come fosse la mano di una madre,
che ti rassicura
L'hai mai sentita?
In quel momento che
non è più giorno
ma neanche sera,
e una serena calma
ti stringe la mano
e rende il tuo sguardo
pronto ad accogliere il mondo.
L'anima connessa all'infinito che nell'ultimo raggio di sole ti fa suo per sempre.
È in quel momento che muori cellula dopo cellula e in quel calore rinasci in una nuova vita.
Limpida e comprensibile come non mai.