Rifiorisco adesso
che rigo il tenero legno del burattino
che sciolgo gli invisibili fili
dai polsi e le caviglie
dagli occhi e dalla smorfie
che getto le paure in fondo al pozzo nero.
Rifiorisco adesso
che fendo quei sottili fili
che filtrano da un cielo
non azzurro
e gelano il mio nettare e il mio miele.
Mi sottraggo
dalla morsa ambigua
degli inganni,
deludo la maschera
e rinasco.
Rinasco bianca come avorio
e come luna,
come giglio che si apre nella notte
tra carezze, silenzi e sogni.
Il sole bislacco
domattina,
nei suoi giochi di bimbo,
sporcherà le nuvole di rosa
appena sopra le colline.
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