Immagini di strane creature
e fantasie d’arcani accadimenti
che volano a lambir lidi sfuggenti,
vapori della mente a far pitture

mobili come son le nubi in cielo
che troverò al risveglio condensate
e in gocce di rugiada trasformate
in un virtuale mondo parallelo

sui pochi arbusti e poche tamerici
che fioriscono ancor nel mio giardino
ove inseguo un poetico destino
tentando sublimar mie cicatrici.

Questo torpor che ha il nuovo dì di fronte
ch’è non più sonno e veglia non ancora,
d’un pigro dio bifronte è la dimora
che guarda avanti in mïope orizzonte,

presbite indietro e sempre più sfuocato,
ch’onirica follia ora è svanita,
silente trombettier di nuova vita
dolente a far svanir quanto sognato.

Ma sembra un sortilegio dispettoso
che maschere già emerse dal profondo
commedianti d’un sogno sullo sfondo
svaniscano con fare misterioso

lasciando qualche sagoma sparuta
che solo un antropofago poeta
vorrebbe catturar, preda segreta
sua mensa a rifornir languente o muta.

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Profilo Autore: Sisifo Gioioso  

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Commenti  

ioffa
# ioffa 12-10-2024 20:48
Nello scorrimento preciso di queste quartine a rime incrociate di endecasillabi canonici a maiore Sisifo esplora quell'interstiz io tra sonno e veglia in cui immagini oniriche e realtà si fondono. La metrica adottata conferisce un ritmo regolare e melodico, sottolineando il contrasto tra l'effimero sogno e il risveglio concreto. Il linguaggio denso di immagini suggestive evoca una malinconia sottile come se Sisifo tentasse di catturare queste visioni fugaci, ma loro continuano a sfuggirgli lasciando un vuoto alimentato da sogni infranti. L'antropofagia è per me l'estremo tentativo di afferrare l'inconoscibile che farcisce il sogno e che sfugge al tentativo della veglia incipiente di capirlo e gestirlo. O almeno, lo interpreto così perché spesso anch'io al primo mattino ma anche quando sto per addormentarmi cerco di indirizzare i sogni che incalzano, che spesso hanno la stessa protagonista che mi sfugge ma tento di dirottare gli eventi per conquistarla. Senza successo anche nel sogno!
Sisifo Gioioso
+1 # Sisifo Gioioso 12-10-2024 22:13
Grazie Ioffa per questo ben focalizzato commento. L' "antropofago poeta" sono io che spesso nella realtà devo fare i conti con la povertà di momenti ispirativi e di capacità espressive (mensa languente o muta). In quell'interstiz io tra sonno e veglia in cui immagini oniriche e realtà si fondono (perfetta descrizione) vedo sagome, per lo più umane ma non solo, che sul momento percepisco e vorrei catturare come prede poetiche temporanee, che poi purtroppo svaniscono, da consumare poi al desco della composizione. Forse "antropofago" è termine eccessivo, ma in fin dei conti il poeta è consumatore e spacciatore di emozioni.
E' una versione più cruda di "Vestire di parole i nostri sogni".

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