Quasi quasi è arrivata l’ora di brindare alla cecità e alla sua intolleranza.
Dieci gradini di cristallo che stimolano la digestione e poi via, direzione monte di venere.
Se vuoi, spegni pure la luce e non ti dimenticare il buon vecchio complesso rock.
Lo sai che io stasera mi sento un po’ Floyd, in un misto fra distorsione e architettura sonora.
Anche se non ti piace come ti bacio dietro le orecchie, credimi non fa differenza per un promesso-suicida.
Non lo farebbe neppure per il mio specchietto, e le sue schede.
Non lo farebbe neppure per questa sintesi di materia e forma.
Diciamocelo chiaramente che non abbiamo un mosaico in comune.
Forse si tratta di un puzzle, solo forse pero`, perché` io non ci vedo.
Volevo ringraziarti per le pause che interponi fra un bicchiere e il prossimo,
per la velocità di uscita e per avermi omaggiato del bicchiere con bugs bunny.
Era sicuramente più bello dei fiori di plastica che avevi comprato all’autogrill, nel tuo ultimo viaggio.
Ti ricordi ?? Dicevi che ti eri persa e avevi bisogno di ritrovarti.
Forse allora eravamo simili, perché` anch’io mi sentivo perso, senza di te,
perché` anch’io avevo bisogno di una piccola fuga.
Peccato che non esistano autogrill nelle mie licenze, peccato che ogni mia fuga si concluda con il culo per terra
o con la faccia contro il tavolo della cucina, nell’umido del ghiaccio sciolto e nella solita vecchia pozza di vomito e indisciplina.
Che poi è l’unica cosa certa nel va e nel vieni della mia buia solitudine.
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