Andavamo a San Colombano a fare festa

volevamo vedere però la neve cadere nella minestra

e le patate certo sì, e solubili, pelate dalle monachelle

e molli come i vezzi profumati

delle poesie migliori.


 
Profilo Autore: Alberto Automa  

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Sei de Ladispoli se ce sei nato. Se c’hai la residenza
 o  se te sei sposato un pioniere venuto da lontano che nun se n,’e più annato.
Se quanno parli t’aricordi de tutta quella gente che nun c’aveva gnente
 Sfollata ,fuggiva mpaurita dar frastuono della guerra
 Cercanno quà, un tetto m’ pò de mare e m’pò de tera.,
 Prima d’arivà qua C,’è stata gente che ha camminato  in mezzo alla palude.
 Ha costeggiato er mare.
dormenno nelle grotti  o sotto la pineta pe ‘nna a  Ceri.
Mo ve starete a chiede, io come faccio,
 che all’epoca non c’ero a riccontavve tutto questo?
Lo so, perché tutto sto casino de traggitto
Me l’ha descritto  senza lascià  ombra de dubbio
Una di quelle donne che come biocche mpaurite
Portava li regazzini  infreddoliti come  se fussereo purcini., a riparasse
Immezzo aquell’anfratti ,nasconnennose immezzo all’arberi dei boschi
Perché ch’avevano paura der passaggio dell’urtimi teteschi.
Quanno cor tempo  se so tranquillizzati .La storia la sapete com’è annata
Quer personaggio illustre che diete nome a stò paese .Dice la storia, che
De tutta la terra che c’aveva  co mpò decise de facce sto paese.
Così pe via dem’po’ de  gente coraggiosa  e bisognosa, continuò la storia
Forti der fatto che Ladislao je dette pure quattro case
Sfruttanno er fatto che ce stava er mare, cercorno de vive tiranno fora er sale .Fecero   de tutto e poi …se sparse voce.
Vennero pescatori, contadini, muratori, ciabattini. Poi  siccome a Palo c’era la stazione, cominciorno a venì  li pendolari ,che so quelle perzone che  pe decidese a restà ce devono penzà.
Solo che annanno avanti e in dietro se stuforno e allora  ce  comincio a dormi e gne  se fece  mai più giorno.
Tanti li stamo aricorda proprio sti giorni  co   i soprannomi, che poi
Si vai a guarda, nun fanno arto che fatte venì in mente  vizi  e difetti ,li
mestieri ,che poi pe aricordatte er nome vero so dolori.
Quindi rubanno m’po’ de robba che nun è la mia ne faccio  nà canzone  pe sta poesia
C’era:
 Abbacchietto, Animalunga, Arberosecco.
Bistecca,Bisibì, co  Caccoletta.
Brucola ,Bruciaferro,Capinera.
Bista ,Bucòla, Capparuso  Marmittone  e Lele..
 
Ciccio Padella, Gnappetta, Cardinella ,Cristobattuto
Carbone, co Carburo, El Gringo  e poi er Barone
Poi mettece Er Panzone ,Cuccumetto, Diavoletto,
Grillo parlante ,  l’Omo pesce, Garibaldi , Mezzochilo
 
Ombrellone ,Occhialino E poi Occhialone
Fefo, Lampione e Fafelone
Er Beco, Er Monco, Grancio,Totonne e Sorellone
Er Vampiro, Guiduccio,,E Gatto Nero.
Gnegnone ,Gnagnoletto,Pappardò , Patocco Pallesecche.
 
Picchio ,Pisello,Pocaluce, Palletta, Papasito  e Pesce Sòla
Pino Ignoranza,Pedalino,Orologgetto Torello Vignanello e Sfilatino.
Scienza, Ranocchio,Puppaniello.O Professore Picchio  e Pompieretto
Loreto,Omo ,Tricoda ,, La Sghinghera  Napoletano e Baffo.
 
Me fermo qua, perché più là non posso. Se a qurched’uno je ne venisse in mente  ancora uno, potemo sempre aggiunge  er soprannome a questa lunga lista, e poi visto che semo in vena de ricordi, vojio sperà che se qualcuno dentro non c’è scritto, nun se la pii troppo.
 vordì che è annato proprio in fonno ar core  e pe trovallo bisogna smucinà ancora un po’ più là.
 
Profilo Autore: M:D:F:  

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Oggi mi è difficile discriminare il vero dal falso;
un piccolo frammento dal suo proprio intero,
un evento che in realtà non è mai avvenuto
(nella laboriosità dell’operare umano)
dall’inacessibilità di una memoria
eternamente infantile.

La mia fantasia soltanto,
lo sconfinato potere del sogno,
potranno ancora combinare insieme
la mia innata paura con il tuo amore disarmante:
in un singolo, insignificante, profumatissimo ricordo.
Che poi altro non è che l’ingannevole eco di un imbroglio.
Profilo Autore: Charlie  

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Esposto come pezzo da museo
non trasporta più bagnanti pendolari
diretti verso il mare
Lo prendevo trepidante al capolinea
nella vecchia stazione dell’Ostiense
Locomotore color nocciola
vagoni con sedili in legno lucidati scuri
Un fischio annunciava la partenza
Il pantografo s’alzava  sfiorando in alto i fili
ed iniziava a sferragliare sempre più veloce sui binari
Attraversati campi ed orti improvvisati
entrava ad un tratto nei vagoni
quel profumo inconfondibile del mare
Arrivava ad Ostia Centro oltre non poteva andare
Si scendeva lesti verso il lungomare
prima c’era la sosta al bar col dirigibile d’acciaio
correva appeso a due fili sul soffitto
ed arrivato sul bancone
le bombe le sganciava veramente
Dolci e calde con la crema dentro
per la gioia di tutti
Poi s’andava al mare finalmente
con la dolce colazione in quella borsa
che custodiva costumi e asciugamani
insieme a tanti sogni di vacanze
 
 
Profilo Autore: Rebecca  

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Vorrei cancellare il tuo viso  
dalla mia esistenza 
dalla mia testa. 

Vorrei non aver versato 
tante lacrime per te 
eri il centro della mia vita. 

Occupavi tutti i miei pensieri 
non posso dimenticare......
l'amore che ho provato. 

Il mio cuore si è spento ma il ricordo 
è ancora vivo dentro me
forse non morirà mai. 

Mi avevi  insegnato 
ad esser felice 
delle piccole cose. 

Ad apprezzare 
quello che avevo 
giorno per giorno. 

Sarai per sempre 
il mio più bel ricordo d'amore 
non ti dimenticherò mai. 
Profilo Autore: Silvana Montarello  

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In un minuto dei miei giorni
dentro un cassetto dei miei ricordi,
ritroverò per caso il sorriso
di due piccoli occhi neri,
un grande piccolo cuore,
una mente simpatica
di un forte debole corpo
in cerca di serenità
e mi ricorderò di te.
E fra la polvere e i rimpianti
riscoprirò quella strana amicizia
che ci ha legati insieme
per un lungo tratto della nostra vita
e piangerò per te.
Saprò così
di non averti mai dimenticata.
Vorrò abbracciarti ancora,
vorrò ancora ridere con te
e poi baciarti come allora.
Mi ricorderò di quell'amore
nascosto dentro i nostri cuori,
ma mi accorgerò che non ci sei
e un'altra volta ancora mi mancherai.
Così, per sentirti vicina
parlerò di te,
ne parlerò ancora
e ancora...
 
Profilo Autore: Renato Dentice d'Accadia  

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Non m'allontanai dal gelido marmo candido;
tutt'intorno coni d'alberi d'un verde scuro
e addosso a me le fatiche d'un corpo maturo
trovano ozio e riparo tra il caldo morbido
dei solchi rugosi; sembrano le tue spoglie paghe
del robusto legno di quercia, e anche oggi
non ti trovo esausta, ma fiera dei segni sulla
roccia, e perchè rattristire? Vivrai come mia chioccia.
 
Profilo Autore: MattiaPelusi  

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Vivo il mio tempo
nell'ansia di un ricordo
quasi fosse il tempo stesso
un nemico alla mia mente.
Sorprendente è la lotta
tra gli occhi e il mio cervello,
su ciò che va scordato
e ciò che non si deve.
E' lieve il mio pensare,
leggero e vagabondo,
non riesco ad ammaestrarmi 
poichè sento.
Sento il tuo profumo.
E' un concepimento.
Non so dire quanto e quando
la memoria abbia fatto l'amore
coi miei sensi
ma oggi sono padre di un ricordo.
E vorrei averlo deciso io.
Profilo Autore: Emanuele Borsati  

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Se mi chiedi delle sette meraviglie
ti parlo di sabbia, di dune,
di occhi, di cosa fatte da uomini
di cose pensate da Dio
me se mi chiedi cosa ha segnato
senza mai toccarmi,
cosa mi ha scosso e accolto 
e mai la vidi
per cosa ho pianto quando ti ho perso
io ti parlo, e lo risento, del profumo blu
della tua morbida pelle, che mi abbracciava 
prima delle tue braccia
 
Profilo Autore: Memet Ottabiligar  

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Brandelli di consapevolezza disincarnata
appaiono, a volte, nei pomeriggi turchini
pallidi
della memoria
 
frammenti di vita che restano
resistono
oltre ogni possibile ricerca
postuma
di un senso
 
mi sembra di vederti
di poter rispondere a quell’ultimo saluto
prima di incontrarci ancora
 
non sei così lontano nella mente
distante nel tempo riaffiori
col tuo sorriso un po’ beffardo
mentre ti volto le spalle per sempre
ignaro, nell’egoismo di un momento,
che non ti vedrò mai più
 
schegge di vita oltre la vita si nascondono
dentro
nei cortili ancora caldi della sera
fra gocce di sudore e polvere
e rimpianti mai consumati dal tempo
 
perché ora vorrei rispondere a quel saluto
perché allora non mi detti la possibilità di farlo
 
a questi luoghi, ormai cancellati,
la carne risponde ancora
sollecitata in palpiti improvvisi
da ricordi di odori e di suoni
 
eppure non so quanto veramente eravamo amici
quanto avremmo potuto esserlo ancora
domande sulla vita e sulla morte
a cui nessuno potrà mai rispondere
presagi di possibilità
smentite dalla necessità
 
essere è pensare?
soprattutto è respirare
e forse, amico caro,
in questo consiste il disagio della coscienza
preoccuparsi di vivere mentre si esiste
e già non si è più

A Ennio (15-8-1971 / 3-10-1983)
 
Profilo Autore: NSP  

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