«Mia cara bambina, non c’è praticamente nessuna speranza che questa lettera ti arrivi. Prego Dio che tu capisca quello che sto per dirti: piccola, io non posso né voglio vivere senza di te, tu sei tutta la mia gioia, sei la mia tutta mia, per me è chiaro come la luce del giorno. Mi sei diventata così vicina che parlo tutto il tempo con te, ti chiamo, mi lamento con te.» (Osip Mandel'štam alla moglie Nadežda Jakovlevna)
Proprio nel freddo ostile
del grande Mare di Ochotsk
dovevamo andare a morire?
Prima in ritirata dal padrone,
e ora dal cupo occhio sinistro
di una grande faccia di pietra:
lontano dal piano personale,
dal rimorso del compratore,
dal senso di appartenenza.
Qui, soli in questo rovente
e cocente inferno bianco:
voi, gli zek, e le mie ossa,
patiamo identica pena.
Lei è così lontana oggi,
dal mondo della forma
e della cecità notturna,
ma così tanto accanto
al favore dei pridurki:
è questa , per me,
la peggior purga.
Sono spacciato,
insediato in esilio,
incapace di dissentire
con il mio mondo interiore,
al culmine della mia lotta
contro il simbolismo,
e verso una fine
ormai certa.
«Osjp, amore mio lontano! Caro, non ho parole per questa lettera, che forse tu non leggerai mai. La affido al vuoto. Forse tu tornerai e io non ci sarò più. Allora, questo sarà l’ultimo ricordo di me. Osjuša, com'è stata felice la nostra vita infantile. Le nostre liti, le nostre baruffe, i nostri giochi e il nostro amore. Ora non guardo nemmeno più il cielo. A chi mostrare le nuvole che scopro? Ricordi com’è buono il pane quando compare per un miracolo e lo si mangia in due? Ogni mio pensiero è per te. Ogni lacrima e ogni sorriso è per te. Deve essere difficile e lungo morire da solo, da sola. Possibile che proprio a noi inseparabili dovesse capitare tutto questo? Non so se sei vivo. Non so dove sei. Se mi senti. Se sai quanto ti amo. Sei sempre con me e io, selvaggia, io che non ho mai saputo piangere, adesso piango, piango, piango. Sono io, Nadja. Tu dove sei?»
(Nadežda Jakovlevna al marito Osip Mandel'štam)
Commenti
charlie
una sofferenza che percepiamo anche noi, non si dovrebbe morire o soffrire per poter vivere ....
alta poesia sempre caro amico ... mi commuovi con i tuoi versi che sgorgano direttamente dal cuore ...
un abbraccio grande.
io penso che non ci sia dolore più grande della separazione, ma credo anche che siano esistite persone talmente eroiche da essere riusciti ad anteporre una causa al proprio egoismo. Sono veri eroi quelli.
charlie
charlie