Mi ricordo
di quando tornai
a catechismo in un sogno.
In un sogno.
E la stanza si fece bianca e fredda,
s'era rimasti in cinque
e non s'aveva voglia, stavolta, di prenderci in giro.
Quella faccia slavata
del cadavere che saluta soltanto;
che ci faccio, che ci faccio qui?
Mi ricordo
di quando mi riaddormentai
ma non ne avevo più bisogno.
Non ne avevo più bisogno.
E la testa si fece stretta
nella tinta acre dell'incenso
e il passato più irreale.
Quei visi da dietro
ma le voci smascherate;
mi sentite, mi sentite?
Mi ricordo
di quando mi svegliai
in quell'alba che tanto agogno.
Quell'alba che tanto agogno.
E le mani smisero di tremare
calme per un gioco di fortuna
così da crederle mozzate.
Scuote le spalle un primo amore
e la sua voce mascherata;
non so chi sono
se non lo sai tu.
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