CANTO I
S'è assopita Muezza sulla veste
del Lodato. Dorme la gatta e sogna.
Sul soffice pelo un rezzo celeste:
oltre la finestra alia una cicogna.
Ora chiama alla preghiera l’araldo,
ma non desta la micia il Profeta.
Reciso l’abito, s’avvia nel caldo,
ambrato ovale del meriggio. Quieta
è la stanza, solo da lungi viene
il soffio di un’ombra, l’eco di passi.
Sogna Muezza e vede oasi, vene
trasparenti che sgorgano fra i massi,
scorge verdi palmizî, melograni,
albicocchi in fiore, alti minareti,
cupole d’oro, atrî in marmi persiani,
lucide maioliche. Oltre agrumeti:
odorano di stelle i bianchi bocci,
la luna è un giglio tra le fronde.
Pare che in riflessi argentei gocci
ora la notte, con brusio di onde.
Il mare nelle pupille oblunghe
è un deserto di liquide dune,
vi si specchia Aldebaran in lunghe
strisce… Vede armate: mezzelune
corrusche sugli scudi, acute lance,
archi tesi, cavalieri gagliardi
con chiome e barbe prolisse su guance
ove cola il sangue. Piogge di dardi...
Continua
Commenti
Scusami, ma lo shock è stato forte: mai me lo sarei aspettato!
Rimando a dopo il mio commento... quando mi sarò ripresa!
Non sono un'esperta, anzi sono sempre in cerca di "cose" da mettere in questo vaso che ogni giorno vedo crescere di dimensioni ... ogni giorno il vuoto si espande e mi sento tanto piccola!