Psicosemantica d’oltre il velame
che sia di versi strani o quel di Maya
conoscere vorrei di “conoscenza”
archetipico verbo evocativo
della brama più umana degli umani
che li contraddistinse già nell’Eden,
ne fu peccato, gloria e dannazione,
indi fu nelle Scritture accolto
ad intendere pur quella carnale.

Non so se fu un serpente primigenio
o un Elohim venuto dalle stelle
chi d’aver conoscenza tentò l’uomo
o se fu il sapiens giunto ad esser fabulans
che un demone creò dentro di sé
rispecchiandosi in torbide pulsioni
di fronte ad attrattive alterità,
il dominio del mondo e la libido.

Quel demone dall’uomo esorcizzato,
idolo assunto di sé identitario,
nominando “peccato originale”
l’esser degli animali il più arrogante
che distinguer saprebbe il ben dal male.
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Profilo Autore: Sisifo Gioioso  

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Commenti  

ioffa
# ioffa 12-10-2024 10:11
L'homo fabulans, il famoso creatore del mitico creatore del creato, che dove fallisce in conoscenza ha due strade: insistere nella ricerca o inventare per colmare lacune. Da millenni le persegue entrambe, pur se sono sempre in conflitto tra loro, e da entrambe pretende di raggiungere il discernimento tra bene e male. Ma esistono il bene e il male?
Tutti i versi sono endecasillabi canonici, con netta prevalenza di quelli a maiore, idonei alla presentazione del contenuto riflessivo.
Sisifo Gioioso
# Sisifo Gioioso 11-09-2025 09:14
Grazie ioffa. Causa mia consueta maldestrezza, ma pure distrazione, mi accorgo solo dopo quasi un anno, rovistando tra i miei testi, di questo tuo commento.
Cerco di rispondere al tuo interrogativo, entro il quale la parola più difficile è "esistono". No, non esistono, almeno per me, se non in un contesto etico che, per implicita definizione, è relativo. Anche religioni che prevedevano sacrifici umani avevano un etica che discerneva il bene dal male. L'etica stessa è il tentativo di discriminare i due concetti, ai fini della regolazione dei rapporti dell'individuo nei confronti della comunità e viceversa. Anche nelle comunità animali esiste un'etica finalizzata alla sopravvivenza.
Quello che mi sento di affermare, in pieno accordo con te, è che siamo i creatori d'un creatore del "creato". Per me, come nel frattempo ho scritto in qualche testo, non c'è un creato, ma solo l'Essere, eterno, senza fine ma soprattutto senza un inizio (un concetto difficile, abituati come siamo al nostro miserabile tempo finito). E' stato il primo concetto della filosofia occidentale (Parmenide). Secondo tale logica, desumo che lo stesso big bang sia stato solo un evento nell'ambito e nel corso di qualcosa che è sempre stato.

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