Dentro al viaggio nei dettagli,
nudi e spogli tra gli sguardi.
Son le ombre a fare luce.
Ci si sente ritrovati,
nel disperso sentimento.
Son le voci a metter pace.
Quella sua è mite e forte
sembra un faro nella notte:
avvolgente godimento.
Senza nomi e senza volti,
i pensieri son profumi:
inebriante cedimento.
Solo suoni dentro al cuore
come musica incompresa.
Resti ferma in un'attesa.
Non c'è niente da sapere
per chi vuol solo ascoltare.
Nuota dentro la sorpresa.
Delicata presenza
tra silenzio e parole,
in un vivo pensiero,
si fa vivida essenza.
Il percorso è vivace,
tra vicino e lontano,
ci si sfiora la mente.
E il pensiero qui tace.
Traballante nel cuore,
sotto strati di notte,
una stella s'accende
senza fare rumore.
Ma la luce risuona
sulle magiche note
di una sola canzone.
Al sognar s'abbandona.
Disarmante" è cosa bella:
via corazze, giù gli scudi.
Siamo bocche ed occhi nudi.
Siamo sole che riscalda,
siamo acqua dolce e fresca.
Nell'attesa che rinasca
quel sorriso in primo piano,
siamo rime e siamo sere,
specchi rotti, storie vere.
Se la luce è troppo forte
ci vestiamo con la notte:
giacca nuova ed ossa rotte.
Nella nebbia volteggiamo
su noi stessi, tentennando.
Stiamo solo un po' sognando.
Giovane e sciocco cercai il piacere
il furore e l’ardore tentai di sfinire
le carni ed il cuore sfilzati per gioco
la spada affondata nel petto taurino.
Fiotti di sangue non sporcan la rena
il cuore pulsante continua a sognare
brandisco l’orecchio di un nuovo traguardo
illuso dal circo che il pollice abbassa.
Sei uscita straziata tirata dai piedi
col sorriso scolpito sul viso gioioso
gli altri fendenti non più colpiranno
perché nel profondo non sono mai entrati.
Il fiato rovente dalle froge sbuffato
torna all’amore dell’odiato torero
Il cuore e la lotta non posson tacere
la natura bestiale dell’animo umano.
Quell’amore animale ti ha fatto morire
di sogno e piacere nel sangue finito
il ferro cercasti col cuore allargato
ma dentro la pelle del boia cercato.
Tace l’arena e le loro passioni
nei pascoli verdi mi piace pensarti
non so fin dove è arrivata la lama
ma sento le vene chiamare dolore
la vita e la morte sono l’amore
cosa ci resta di tanto dolore.
dormi e sogna
amore di bimba
sei così piccola ancora
ma voglio immaginare che sogni
sei dentro un mondo
di fate, folletti e stelle
e tu sei la regina
di un posto così bello.
Dormi beata amore del nonno
quando ti svegli
ti prenderò in braccio
ed anche se ancora non capisci
ti racconterò lo stesso mille favole
perché questo è il mondo
che tu vedi.
Dal caldo tepore al gelo affilato
la notte riecheggia di ombre e civette
la canna da sparo non scaccia i fantasmi
di notti infantili protette nel letto.
Il fiato sfumacchia e gela le froge
sentori di erbe e di legni selvaggi
Il fido precede la fitta boscaglia
dal suono ancestrale su voci silvane.
Foglie umidicce trafitte da un raggio
di un lieve tepore che sgela le dita
lento risveglia la vita del bosco
accelera il fiato, il cuore e la caccia.
Passi di gambe puntate dai rovi
nei fossi e sui crini per lo scampanio
che vince sull’occhio oltre le fronde
seguendo la traccia di scia animale.
S’arresta l’udito e parte il pulsare
lunga falcata di fiato e di gola
abile infilo la faccia e la vista
raggiungo la ferma che parte decisa.
L’acciaio e la mira tra rami e riflessi
l’audace volteggio inseguo puntato
cercando l’istante del doppio boato
il bosco zittito la lascia frullare
abile e quieta la vedo planare.
Misuro il sentiero e conto i minuti
riprendo le gambe dietro il suo fiuto
cresce la luce, la vita e l’odore
speranza e ambizione
sollevano passi e fatica.
Il sole ormai alto e i voli lontani
di ore e di gambe si chiama la resa
ritiro di ferri, di fiati e sentori
felice fatica di fiera sconfitta.
della Terra e del Cielo e d’ogni cosa
fa ch’io, così appagando il mio desio,
qual albatro che sulla tolda posa
spicchi nei cieli un volo senza meta
da un vento sconosciuto trasportato
delle nuvole principe poeta (*)
fino a quando, del cielo inappagato,
invochi il Dio Signore ornitomorfo
del Cielo e della Terra e d’ogni cosa
per diventar ancor ragazzo amorfo,
quel che viver potea soltanto in prosa.
Ma avendo appreso che vuol dir volare
sospinto da tal alto magistero
potrei su clivi e colli volteggiare
con l’ali mie dorate del pensiero.
(*) Le poëte est semblable au prince del nuées
"Il ricordo è poesia…" Quale che sia
quanto sovvien d’ameno o di patetico,
il suo affiorar si veste di magia
e quel ch’era real divien poetico
e ciò che ancor risuona in vario accordo
è poetico pur senza scrittura.
"… e la poesia non è se non ricordo",
magica fonte ove il poeta attinge
visioni, fantasie, finzioni, umori,
quel vissuto che in cuor gli si dipinge
di parole anziché tratti e colori,
dell’anima svelando quella sfinge
che dei ricordi cela arcani fiori.
battiti incessanti in questo
Dicembre
che amiamo tanto .
Vie fosforescenti alberi luccicanti
per un attimo la tristezza
dimentichiamo ,per un attimo
la dolcezza abbracciamo.
Dicembre di speranza in attesa
del Salvatore che nasce ,
intorno respiro di tenerezza,
intorno nessuna tristezza.
Cieli stellati accompagnano
l'attesa del Natale
che fa la differenza
per bambini e per già grandi.
Natale ogni volta si rinnova
la gioia di un nuovo amore
la speranza che ogni giorno
sarà migliore ,ogni cosa senza
più rancore.