Nulla la vita c’insegna

Se il nulla ci riempie la testa.

Sorde son le parole,

Vane perforano l’aria.

Ciechi i tuoi occhi, ai miei gesti.

Astratto il mio corpo cammina.

Ignaro, il tuo vivere

Non s’accorge di me.

Provo a chiamarti,

A parlarti, a pregarti,

Poi angosciata mi chiedo perché?

Non son’io, forse, nata da te?

Il marchio del tempo

Indelebile affonda il ferro rovente,

E’ sordo e non sente.

Cammina veloce.

Con polvere antica ricopre

Ancor più nel profondo ogni bene.

Neanche il volere più forte dell’anima mia può.

Se tu non lo vuoi

Strapparlo alla morte

Il tempo che passa c’invecchia,

Ci trasforma l’aspetto,

Ed io, sono qui ed aspetto.

Aspetto un tuo gesto d’affetto, un tuo gesto gentile.

Un tuo modo garbato di dire,

Ma il tuo io, che non sbaglia e non mente.

L’alterigia imponente

Il tuo dito puntato.

Il tuo dire spietato.

Lo sputare sentenze.

Tutto questo, ripetuto per anni

Ha prodotto soltanto dei danni.

Per te,

Che t’affanni soltanto

A capire i perché che riguardano te.

Che importanza può avere?

Se c’e uno che grida per farti capire

Che non sempre puoi avere ragione.

Che non può essere soltanto tuo

Il diritto di dire e sapere.

Ho provato per tutti i miei anni

A farti capire i tormenti, la pena,

A farti capire il mio bene.

Hai sempre pensato che non fossi sincera.

Sei tutt’ora convinta che io sia finta.

Quanto poco hai capito di me!

Se per tutte le volte che ho pianto

Da quando son nata,

M’avessi cercata, capita. Tenuta con te.

Ora, quei gesti che cerchi per te.

Sarebbero nati da se.

Niente e nessuno

Potrà farmi nascere dentro

Un bene diverso da quello che sento.

Il mio bene è il ritorno allo specchio

Di quello che tu hai dato a me.

Nemmeno sta volta di fronte alla morte

Sei stata capace di dire

“Ti ascolto, ti voglio capire"

"Ho bisogno di te”

Lui se ne è andato.

Portando con se una parte di me.

L’unico filo sottile

Per sentirsi un po’ figlia in quella famiglia.

Ho parlato con te. Se parlar si può dire.

Ho cercato di farti capire

Perche in fondo, anche se torto e ritorto

Pestato, schiacciato

Il mio bene era li.

Consapevole e certa di non darti un'altra occasione.

Per crear confusione.

Ben chiaro ti ho detto. “mai sotto il mio tetto”

Cercherò comunque di darti il mio affetto.

Onesto, leale, sincero, pulito autentico e vero

Ma mai sotto il mio tetto.

Perché, dalla faccia che hai.

Dalla voce che hai, da come ti muovi,

Dai gesti che fai, da quello che dici,

Vedo tutto e vorrei non vedere,

Vorrei non sentire, vorrei non capire.

E invece, ho capito già tutto.

Il filo sottile sé rotto.

Papà se ne è andato.

Tu hai fatto una scelta.

Non ora da sempre.

Hai deciso di farmi da parte,

Hai diviso a metà

La tua prepotenza la tua arroganza

Con il tuo alterego.

Andate tranquilli,

La vita non e fatta solo d’arroganza e di strilli,

Prepotenze e soprusi.

Prima o poi toccherà pure a voi

E pronti o non pronti

Si arriverà alla fine dei conti.



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