Me ne stavo in un angolo tranquillo, in un posto stretto, buio e riscaldato.
Insieme ad altri tipi un po’ agitati.
D’improvviso, io non so perché, tutti fummo presi da uno strano eccitamento.
La voglia di libertà creò fermento.
L’idea d’andarmene da lì m’era venuta in mente mille volte.
Avevo sempre rimandato. Il coraggio m’aveva sempre abbandonato.
Ma mai come in quel momento, avevo sentito tanto eccitamento.
La cosa era crescente. Qualcosa o qualcuno, con una forza stana,
Non ci voleva più lì
E come se dovessimo salvarci da una frana.
Carichi come molle, ci preparammo ad una corsa folle.
Io ero in mezzo e li guardavo un poco spaventato.
A me, l’idea d’essere sfrattato, catapultato in un posto.
Che neanche conoscevo, non andava affatto.
Quel caldo, il buio, il dondolio, il dolce far niente
A cui mi ero abituato, mi bastava, ero contento!
Gli altri parlavano di sole, mare, gente!
Tutti facevano un gran vociferare.
Ma io gridai più forte.
“Ma chi se ne frega di quel mondo fuori."
Le luci, il sole, l’aria pura, il mare
Ma che ne so che sono.
"Io non ci voglio andare.”
In quella porzione di secondo preso dalla foga.
Non m’ero accorto d’essermi messo in coda.
Sfrecciando come una saetta fummo schizzati fuori in tutta fretta.
Ebbi solo il tempo di gridare, chiudere gli occhi e andare.
Sfrecciai veloce come un lampo,
Correndo, senza sapere dove e senza meta
Pensai d’aver toccato il fondo!
M’abbandonai e pensai. "Esploriamo questo strano mondo”
Giunto che fui, pensai d’aver sbagliati strada!
Ma che cavolo di posto era mai quello?
In un secondo ero entrato si in un altro mondo.
Ma come sovente accade
Dalla padella ero nella brace.
Mi ritrovai da solo dentro un altro buco nero.
Ero disperato sono sincero.
Dopo un po’ mi consolai
Dicendomi che, dopo di tutto, non era un posto brutto.
Non sapevo che stava cambiando tutto.
In quel luogo stretto, stretto, cominciai a cambiar d’aspetto.
Da quel piccolo coso buffo, senza senso dalla forma di un girino
Pian piano senza saperlo mi stavo trasformando in un bambino.
Ma che cos’era?
E poi. Chi chiamava se lì ero da solo?
Sentivo quelle voci venire da lontano.
Povero me ! che ho fatto?
Sto forse diventando matto?
Pochi giorni dopo incominciai a capire
La voce che sentivo, non era immaginaria
Era vera!
Più l’ascoltavo, più me ne innamoravo.
Più mi parlava, più mi coccolava.
L’eco della sua voce, non so perché, mi dava pace.
Più la sentivo e più pensavo.”DIO Quanto mi piace!”
Un desiderio forte si impossessò di me.
Pensavo giorno e notte”devo veder chi è”.
Un giorno, preso dalla disperazione, non ressi più in quella situazione.
Mi rigirai di scatto, mi misi in posizione e spinsi come un matto.
Non so spiegarmi come.
Qualcuno mi aiutò a dare uno spintone per porre fine a quella condizione.
Sgusciai di lì, senza capire come.
La posizione poi non era certo normale.
A testa in giù lasciato penzolare
In mezzo a tanta confusione, per prima cosa tentai di respirare..
Pensai “Dio sto per soffocare”
Poi girandomi di scatto, vidi quella che per prima cosa mi mollò una sberla.
Preso dalla rabbia incominciai a strillare come un matto.
Ma che cavolo avevo fatto?
Piansi talmente tanto ,che non so più quanto.
Solo più tardi capii davvero Ero un bambino vero.
Vivevo inconsapevolmente questo evento
Sballottolato a destra e a manca.
Non riuscivo a realizzare da lì dove potessi andare.
Che fine faccio adesso “ Come farò a campare?
Chi mi farà dormire? Chi mi farà mangiare.?
Ero davvero disperato. “Nudo come un verme dove vado”?
In mezzo al turbinio dei miei pensieri,
Non m’ero neanche accorto, che come per magia stavo volando via.
Sospeso tra le braccia di qualcuno
Udii come d’incanto, una voce .Quella.
E mai più cosa mi sembrò più bella
Mi strinse forte a se e tutte le altre voci divennero un bisbiglio.
Guardandomi lei disse “Dio mio figlio”
Io la guardai e ancora me ne innamorai
Capii da subito che nulla mai ci avrebbe separato.
Stanco, mi addormentai tra le sue mani
Sognai chi ero. Cosa diventerò lo scoprirò domani.
M.D.F.
11/06/2009
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