Nel vago ricordo del Living Theatre della mia giovinezza, tento una rappresentazione estrema del mio senso di illusoria libertà del vivere, interpretata come mera possibilità di adattamento alla sorte.
Guardo quanto ho vissuto come fosse
d’un teatro vivente lo scenario
dove l’unico sono spettatore
dove l’unico son protagonista
come avessi assistito a lungo dramma,
commedia tanta, meno la tragedia
dato in unica rappresentazione
diluita nei tempi dei miei anni
con copione che non ho scritto io
ma che ho intensamente interpretato
in guisa da sembrare recitato
da un improvvisatore magistrale,
d’altrui gesta e parole il canovaccio.
Infinite le scene e sconfinata
galleria di grotteschi personaggi
in real tempo maschere per ruoli
di tutti i logos, ethos, d’ogni pathos
e tutt’attorno cori d’ogni fatta.
Ma l’autore rimane sconosciuto,
mentre tutti gli attori son svelati
ognun d’essi prestato alla mia scena,
teatranti a lor volta di sé stessi
ognun protagonista contestuale
con la mia la sua scena intersecata
anch’essa con un suo sviluppo e trama
unico spettatore o spettatrice
di rappresentazione d’altro testo
improvvisato istante per istante
da lui/lei, canovaccio come il mio
a casaccio inseguito e interpretato.
Guardo quanto ho vissuto come fosse
d’un teatro vivente lo scenario
dove l’unico sono spettatore
dove l’unico son protagonista
come avessi assistito a lungo dramma,
commedia tanta, meno la tragedia
dato in unica rappresentazione
diluita nei tempi dei miei anni
con copione che non ho scritto io
ma che ho intensamente interpretato
in guisa da sembrare recitato
da un improvvisatore magistrale,
d’altrui gesta e parole il canovaccio.
Infinite le scene e sconfinata
galleria di grotteschi personaggi
in real tempo maschere per ruoli
di tutti i logos, ethos, d’ogni pathos
e tutt’attorno cori d’ogni fatta.
Ma l’autore rimane sconosciuto,
mentre tutti gli attori son svelati
ognun d’essi prestato alla mia scena,
teatranti a lor volta di sé stessi
ognun protagonista contestuale
con la mia la sua scena intersecata
anch’essa con un suo sviluppo e trama
unico spettatore o spettatrice
di rappresentazione d’altro testo
improvvisato istante per istante
da lui/lei, canovaccio come il mio
a casaccio inseguito e interpretato.
Commenti
Mi riporta alla mente un sonettino del cavolo che composi questa primavera, quindi un paio d'anni dopo aver letto la prima volta questi tuoi endecasillabi in merito (li lessi nel 2022 in Ali)… vado a cercarlo… Sì, il mio «292 - Copione», molto più modesto nella stesura ma ispirato a tema simile. Chissà gli autori ma anche i registi dove ci porteranno a parare da qui a domani… ma io fatico a capire anche il suggeritore, mi pare di recitare alla cieca in questo copione sfuocato.