Il tempo che scandisce
i propri passi
lascia sempre i suoi artigli
impressi sulla carne dei ricordi
tu riappari come una luce ad intermittenza
lasciandomi stordito mentre cerco di salire
i gradini della cattedrale del presente
guardando con timore le guglie aguzze
del tempo che è
mentre il suono cupo di una campana
fa passare i secondi come punture di spillo
intorno a me albe e tramonti
si succedono in sequenze di pellicola
attraverso il mondo ma in realtà
sono intrappolato in un recinto temporale
tutto gira intorno ad un unico punto
l’orizzonte è ancora qualcosa d’indefinito
sembra vicino ma si allontana
quando gli occhi lo toccano.
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