Appesa viaggio leggera,
sospesa tra terra e cielo,
spinta, distesa nell’aria
tra ascesa e discesa
oscillano passioni,
decollano impressioni,
un agile tuffo risuona
nel cuore di un bimbo
pendolo senza freni,
spicco un volo infinito,
uno slancio al di qua
uno sguardo al di là.
tra pietre antiche e il ciottolato ,
un giallo muro fiorisce e annoda
storie di un tempo mai scordato.
Gerani rossi , un vivaio pensile ,
come sorrisi sul volto severo e l'ortensia bianca , cosi sensibile ,
narra di estati e d'un cielo vero .
La vita mai si affretta ,
mai si annulla e l'anima trova i suoi attimi pieni .
Poi la scalinata, invita alla salita e sussurra
saggezza antica.
(Via Cav. G. Pirro' , vicolo di Montepaone (CZ)
che temono di sporcarsi di vita.
Sfuggono ai colori,
si scrollano di dosso il rosso...
per paura che il cuore
cominci a battere forte:
a sentire, a vivere.
Non sfiorano il bianco,
per timore che un arcobaleno
lo dipinga coi colori delle emozioni.
Scelgono il grigio,
per gettare fumo negli occhi
di chi vuol vedere nascere il sole.
Tingono tutto di nero,
per non vedere nulla.
Ci sono persone
che gli brillano gli occhi,
dinanzi ai danari:
avari uccidono
per accumulare ricchezze...
e credono che il luccichio
dell'oro, sia simile al brillio delle stelle.
Scambiano lucciole per scarafaggi:
hanno tappi di cerume nelle orecchie
e grosse bende sugli occhi.
Sono fantasmi in carne e ossa.
Sono corpi senz'anima,
cuori di pietra...
che credono di vivere
e invece...sono già morti.
Metro: quartine di endecasillabi piani a rima alternata (ABAB), ma i vv. 10 e 12 sono tronchi. Il componimento ha una cadenza semplice, cantabile.
Vorrei davvero vivere la vita,
trovare un fine in ogni giorno.
Ma, mentre fugge, sabbia fra le dita,
mi accorgo che sono un perdigiorno.
Lasciare di me qualcosa, una traccia,
ma a che vale? A che serve un figlio,
un libro, qualcosa che soddisfaccia
il bisogno di un senso, di un appiglio?
Vorrei davvero essere amato,
vivere la rimpianta gioventù,
ma quel che è passato è passato,
io non sono io, tu non ci sei più.
Guardo le foglie cadere dai rami:
si rincorrono gli anni, le stagioni,
ma è perso per sempre quel che ami,
i sogni spenti, morte le emozioni.
Le speranze
C’è chi va di pari passo
e chi muove i primi passi,
c’è chi va spesso a spasso
e chi torna sui propri passi
appassite le passioni passano,
passaggi svelano paesaggi,
il passato affiora compassato
passa il passero tra i passanti
passeggeri passi sulla strada,
passeggeri nei vagoni sui binari,
impassibile chi semina morte
impossibile la pace sulla terra.
dei grandi sogni,
delle vette alte,
delle mire ambite.
Ho l’età delle piccole cose,
degli album da sfogliare,
dei pomeriggi lenti,
dei bei ricordi che fanno compagnia.
Non inseguo più il domani
come una promessa da afferrare,
mi basta il presente
se è gentile,
se mi lascia respirare.
Ho l’età delle mani che tremano,
ma sanno ancora accarezzare,
degli occhi stanchi
che brillano
davanti a una foto in bianco e nero.
E in questa stanchezza,
che è anche pace,
imparo a volermi bene
senza correre più.